Inps in difficoltà, l’ultimo report non lascia speranze | A che età andranno in pensione i più giovani
A che età andranno in pensione i giovani: i risultati del rapporto Pension ad a glanche
I cambiamenti nel mercato del lavoro degli ultimi 40-50 anni stanno mettendo a dura prova i nuovi giovani. Il mercato saturo, l’esubero di offerta di risorse umane anche specializzate in molti settori ha portato a una situazione davvero difficile da sostenere.
Inoltre sono sempre più peggiorative le misure che intervengono sui requisiti di accesso alla pensione e che modificano l’età pensionabile, allungandone i termini. In quest’ottica a quanto are i giovani andranno via dal lavoro in età sempre più avanzata.
Come si posiziona l’Italia in ambito pensionistico
Il rapporto Pension ad a glanche ha indagato proprio questa situazione e ha evidenziato che i giovani che entrano oggi nel mondo lavorativo potranno uscire da esso solo intorno a un’età di approssimativamente 71 anni. Un dato preoccupante e che dà molto da pensare, soprattutto in un momento storico in cui tutte le misure volte ad accedere alla pensione anticipata sono state peraltro peggiorate e rese in alcuni casi quasi inaccessibili.
La penisola italiana si colloca peraltro in una posizione non proprio confortevole, essendo infatti uno dei paesi Ocse in cui attualmente l’età per accedere alla pensione è più alta, con i suoi 67 anni di carriera.
L’Italia mira a giungere al sistema contributivo puro nei prossimi dieci anni e questo, in ogni caso, non farà che rendere ancora peggiori le condizioni pensionistiche dei cittadini. Sorge peraltro il problema che le retribuzioni degli impiegati italiani sono troppo basse e fanno perciò generare contributi altrettanto bassi.
Generare prestazioni contributive basse vuol dire chiaramente non poter accedere a pensioni di importi dignitosi. L’unica soluzione rimane in questi casi allungare l’età di ingresso alla pensione.
Quali misure agevolative per i giovani
Sicuramente una misura necessaria su cui il governo deve puntare è quella in primis di ridurre il tasso di disoccupazione giovanile. Difatti prima i giovani riescono a entrare nel mondo del lavoro e prima potranno cominciare ad accumulare contributi. Solo in questo modo potranno garantirsi un importo pensionistico dignitoso e sperare di non uscire troppo tardi dal mondo professionale.
Oltre ad abbreviare i tempi di attesa per entrare nel mondo del lavoro, bisognerebbe anche cercare di limitare le tantissime carriere precarie che sono spesso l’unica fonte di sostentamento per molti giovani.