Pensioni, nuovi limiti agli importi per queste categorie | Le novità per il 2024
Il governo ha modificato alcuni criteri per accedere e ricevere la pensione di reversibilità. Vediamo insieme cosa cambia.
La pensione di reversibilità è un sussidio che lo stato italiano concede ai familiari superstiti di un lavoratore deceduto. In generale, i primi aventi diritto all’assegno della pensione di reversibilità in caso di decesso di un familiare – lavoratore sono sempre il coniuge e poi i figli.
Ma il sussidio può essere comunque concesso fino al terzo grado di parentela anche se l’importo proprio per questo motivo può variare. L’entità del contributo economico che si riceve mensilmente viene calcolato anche tenendo conto della dichiarazione dei redditi annuale dei contribuenti presentata mediante modello 730 o PF.
Affinché la pensione di reversibilità si attivi in caso di morte di un lavoratore, è però necessario che questi abbia maturato almeno quindici anni di contributi e almeno tre di questi devono essere stati maturati negli ultimi cinque anni.
Nel calcolo del reddito del coniuge superstiti ai fini della determinazione dell’entità dell’assegno, vengono sommati tutti i redditi percepiti da questi, che arrivino da rendita, dal lavoro autonomo o da altri tipi di sussidi.
Nel caso in cui ci siano in famiglia figli minori a carico, non è possibile ridurre l’assegno
Se però nel nucleo familiare ci sono figli minori o affetti da disabilità, l’importo in quel caso non può in alcun modo essere ridotto. Per il 2024 inoltre, il governo ha deciso di aggiornare i limiti reddituali che vanno a terminare la cifra mensile dell’assegno, che verranno oltretutto anche adeguati all’inflazione.
Nello stabilire se gli attuali percettori della pensione di reversibilità avranno diritto o meno a una riduzione o una maggiorazione dell’assegno, verrà preso in considerazione la dichiarazione dei redditi dell’anno precedente.
Il governo salva i diritti acquisiti sulle pensioni fino al 31 Dicembre 2023
Ci sono poi importanti novità sul fronte delle pensioni di vecchiaia. Il governo ha infatti deciso di non penalizzare tutte le pensioni di vecchiaia che erano state ottenute con i vecchi criteri. Tutti i diritti acquisiti sulle prestazioni pensionistiche verranno bloccati fino al 31 Dicembre 2023.
La stretta sui pensionamento anticipati arriverà il prossimo anno soltanto per coloro che hanno maturato 42 anni e dieci mesi di contributi, che entreranno con il nuovo sistema previsto dal governo.