Spese mediche, arriva un nuovo incentivo dal governo | Per questi interventi non si pagherà l’Iva: come funziona la nuova esenzione
La chirurgia estetica viene esentata dall’iva: arriva un emendamento chiarificatore
L’imposta sul valore aggiunto, meglio nota come iva, è una tassa corrisposta sull’acquisto di beni e servizi e cambia di percentuale in base alla tipologia di beni e servizi di cui si usufruisce. Vi sono però molti casi in cui è possibile non pagare l’imposta in questione. Chiaramente le esenzioni riguardano casi specifici e alcune particolari categorie di servizi o variano anche in base a talune tipologie di persone fisiche e giuridiche.
Con l’approvazione del Decreto anticipi, arriva un’importante novità proprio sull’applicazione dell’iva e protagonista delle modifiche è il settore della chirurgia estetica. Finora l’esenzione dal pagamento dell’iva è stata concessa su tutti gli interventi medici o meglio sulle prestazioni sanitarie di diagnosi, cura e riabilitazione della persona. A stabilirlo è una disposizione normativa piuttosto datata, l’Art. 10 del Dpr 633/1972. Tuttavia questa formula lasciava molte ambiguità, perciò l’emendamento approvato nel decreto anticipi chiarisce la situazione.
In quali casi è prevista l’esenzione dell’imposta
La maggioranza di governo ha approvato l’inserimento di questo emendamento che dà campo libero alla chirurgia estetica nell’applicazione dell’estensione da imposta sul valore aggiunto. Anche se in un certo senso la norma in sé era già esistente, il suo campo di azione era piuttosto limitato o comunque aveva molte zone d’ombre lasciando spesso i medici in una condizione di incertezza.
Va però sottolineato che non tutti gli interventi di chirurgia estetica saranno esenti iva, ma solo ed esclusivamente quelli volti a diagnosticare o curare malattie o problemi di salute e tutti quelli che hanno insomma una finalità terapeutica. Ciò vuol dire ovviamente che una mastoplastica, operata dopo un intervento di rimozione di tumore al seno, è di sicuro ammessa tra le operazioni esenti. Allo stesso tempo vi può rientrare la rinoplastica qualora l’intervento serva a migliorare le condizioni respiratorie del paziente e non abbia unicamente finalità estetiche.
Come dimostrare il fine medico
Il fattore importante è dunque quello di provare il fine medico dell’operazione. L’onere non pesa tanto sul paziente, che è colui che paga l’operazione e usufruisce dello sgravio, ma proprio sul medico o sulla clinica che emette la fattura senza iva. Al fine di non creare intralci al personale medico infatti, il paziente dovrà accettare l’utilizzo della sua cartella clinica da parte del medico a fini fiscali, limitatamente a quanto necessario per dimostrare la finalità terapeutica.