Fai attenzione a questa etichetta quando sei al supermercato | Se la leggi con attenzione, non ti farai più fregare
Tantissimi prodotti alimentari devono avere per legge un’etichetta che indichi la loro data di scadenza. Vediamo insieme come funziona.
Tutti i prodotti alimentari che troviamo nei nostri supermercati, devono avere per legge un’etichetta all’esterno in cui viene indicata in modo chiaro la loro data di scadenza.
Questa etichetta può comunque variare a seconda del prodotto, in quanto ai produttori viene comunque concesso di utilizzare diciture diverse a patto che il consumatore venga informato del tempo entro cui può essere consumato quell’alimento.
Bisogna anche chiarire che nella maggior parte dei casi la data di scadenza non coincide con il momento in cui il prodotto si deteriora o non diventa più commestibile, quanto piuttosto con il tempo massimo entro cui mantiene intatte tutte le sue proprietà, lasciandone dunque inalterato il gusto.
Per questo saper leggere questa etichetta, e comprendere meglio come funziona la data di scadenza, può aiutare tantissimo il consumatore a capire quando comprare un alimento, e se ne vale davvero la pena. In altri casi invece la data di scadenza indica davvero il momento in cui quell’alimento non è più commestibile, anche se c’è sempre una tolleranza di qualche giorno rispetto alla data che leggiamo nella confezione.
A cosa fare attenzione sui prodotti a breve conservazione
Questo vale per tutti i prodotti freschi a breve conservazione. Per fare un esempio, i latticini possono essere sempre consumati entro massimo tre-quattro giorni dalla loro data di scadenza, ma arrivati in prossimità di questa, è bene comunque che il consumatore faccia sempre attenzione a possibili alterazioni del prodotto che ne possono indicare un deterioramento prematuro.
Non sempre però la data di scadenza è obbligatoria, e difatti su alcuni tipi di alimenti non è prevista per legge.
La data di scadenza non è obbligatoria su tutti i prodotti
Non è ad esempio obbligatorio apporre una data di scadenza su tutti i prodotti dolciari e da forno, su frutta e verdura anche su sale, aceto e vino. Deve essere invece inserita nel lievito, anche se in questo caso la data che ritroviamo in etichetta non indica il suo deterioramento, ma il fatto che cessa l’efficacia del lievito.
Il lievito di birra ad esempio può avere una scadenza massima fino a dieci giorni e non può essere venduto se si va oltre questa data. In ogni caso, è sempre consigliabili consumare qualunque prodotto industriale che acquistiamo entro pochi giorni dalla data di scadenza, in modo da essere certi siano che non si sia in qualche modo rovinato o alterato il gusto, e per evitare anche negli alimenti più freschi, un possibile deterioramento.