In Italia torna l’incubo dei rincari | Aumenti su tantissimi prodotti, ecco quali sono i settori italiani più colpiti
Impennata dei prezzi dei materiali: il costo dell’acciaio torna a innalzarsi vertiginosamente
L’ultimo triennio è stato difficile per l’economia italiana e mondiale in generale. Gli eventi straordinari che si sono susseguiti in campo sanitario e politico hanno sconvolto lo scacchiere politico e mutato molte delle abitudini più comuni, ma soprattutto hanno avuto un effetto devastante sull’economia. Dapprima l’emergenza Coronavirus ha letteralmente fermato le attività di tutte le aziende mondiali, poi il succedersi delle più recenti guerre tra Ucraina e Russia e il conflitto israelo-palestinese che nuovamente torna a far parlare di sé, la situazione è ulteriormente degenerata.
Dal 2022 le industrie italiane sono state duramente colpite dal vertiginoso aumento dei prezzi delle materie prime, a partire dai costi di cemento, laterizi e acciaio. Il motivo alla base di tali aumenti è spesso dovuto al fatto che i materiali scarseggiano o che devono essere importati dall’estero, spesso proprio dalle zone interessate dai conflitti. Se negli ultimi mesi il ferro aveva visto un progressivo abbassamento dei prezzi che faceva ben sperare per il prossimo futuro, di recente sono ritornate le impennate al rialzo e la situazione si è nuovamente aggravata.
I settori italiani che più ne risentono e perché
Il prezzo dell’acciaio influisce su molti settori dell’economia italiana, ma chiaramente va a toccare innanzitutto il mondo delle grandi industrie. Sono nello specifico cinque i grandi campi industriali in cui questi continui aumenti vanno a pesare, così come riportato dal report ufficiale di Bilancio d’acciaio 2023:
- l’edilizia;
- la fabbricazione di macchinari;
- l’automotive;
- l’industria produttrice di metalli;
- il settore oil and gas.
Dopo il calo dei prezzi estivo, il costo dell’acciaio è aumentato di circa il 3,76% annuo, che diviene una percentuale del 5,69% considerando gli aumenti dal mese precedente a quello corrente. Questo dato non è assolutamente trascurabile poiché rischia di mettere seriamente a rischio l’industria italiana, che si sta sobbarcando di costi decisamente elevati e insostenibili ed è costretta ovviamente a ribaltare tali spese sul consumatore ultimo, che tendenzialmente è il comune cittadino. Ciò è palese ad esempio nell’edilizia, laddove i costi derivanti dall’acquisto di acciaio per la costruzione portano i costruttori a imporre prezzi di vendita molto più alti per gli appartamenti, al fine di ammortizzare le spese sostenute.
L’andamento futuro in previsione
Sfortunatamente i cali di prezzi dell’estate resteranno unicamente una parentesi temporanea. Le previsioni per il prossimo futuro non sono per niente rosee e la tendenza al rialzo dei costi delle materie prime pare continuerà a farsi sentire. Stando così le cose, sarebbe necessario probabilmente approntare una politica ad hoc per tutelare alcuni settori.