L’assegno unico sta per sparire? Famiglie disperate | La lettera dell’Ue non lascia dubbi: cosa sta succedendo
L’assegno unico potrebbe presto essere eliminato. La lettera dell’Ue costringe il governo a dover fare una scelta: cosa sta succedendo.
L’assegno unico è un sussidio destinato a tutte le famiglie con figli a carico. Si tratta di una misura di carattere universalistica, e che dunque viene erogata senza che siano previsti particolari requisiti, anche se l’importo della cifra varia in base all’Isee dichiarato.
Questa misura però potrebbe adesso giungere al termine, in quanto in queste settimane la Commissione Europea ha inviato una lettera a Palazzo Chigi in cui ha informato il governo di aver avviato una procedura d’infrazione proprio su questo beneficio. L’assegno unico è stato introdotto nel marzo del 2022, ma, come si può leggere nella missiva inoltrata dall’Ue “viola il diritto dell’Ue in quanto non tratta i cittadini europei in modo equo, il che si qualifica come discriminazione”.
In realtà, bisogna precisare che già nel mese di Giugno la Commissione Ue aveva avanzato questi rilievi a cui il governo Meloni aveva prontamente risposto. La replica però, che difendeva la legittimità di questo sussidio, non è stata ritenuta sufficiente e adesso al nostro paese sono stati dati due mesi di tempo per modificare l’agevolazione nei punti ritenuti più critici da Bruxelles.
Nella lettera si legge infatti come “Il presente parere motivato, fa seguito a una lettera di costituzione in mora inviata all’Italia nel febbraio 2023 a cui l’Italia ha risposto nel giugno 2023″.
Perché l’Ue chiede la modifica dell’assegno unico
La Commissione ritiene che la risposta non affronti in modo soddisfacente le sue preoccupazioni e ha deciso di inviare un parere motivato”. Il vero punto di contrasto sono i criteri di accesso che sono stati stabiliti dal governo per accedere alla misura da parte di chi non è cittadino italiano ma europeo.
Per poter avere diritto al beneficio è infatti necessario che il richiedente risieda da almeno due anni in Italia, e questo in realtà va contro la legislazione europea sul tema. Il regolamento europeo sul coordinamento della sicurezza sociale impedisce infatti che gli stati membri pongano dei requisiti legati alla residenza per questa tipologia di misure.
Ue contro l’assegno unico, adesso tocca al Governo meloni rispondere ai rilievi di Bruxelles
Adesso spetta al governo Meloni rispondere a questa nuova lettera, ma intanto i termini dati all’Ue sono stati perentori. O viene modificato il requisito sull’obbligatorietà della residenza in Italia, oppure Bruxelles si riserva di avviare una procedura d’infrazione. Difficile capire al momento cosa deciderà di fare il governo.
Da un lato, eliminare questa misura potrebbe generare uno contento sociale da parte delle famiglie beneficiarie, molto difficile da gestire. Dall’altro, ignorare i rilievi di Bruxelles, potrebbe rendere la Commissione Ue molto più rigida su altri temi su cui l’esecutivo punta ad avere invece aperture importanti, come un possibile ritorno alla leva dell’extra deficit per la prossima manovra finanziaria.