Legge di bilancio, arriva un mazzata per le donne lavoratrici | Pensione sempre più lontana, cosa cambia nel 2024
Sessismo e pensioni: le disparità di genere nelle attribuzioni pensionistiche.
Il mondo del lavoro è sfortunatamente connotato da disparità di genere sin dall’alba dei tempi. I passi in avanti scaturiti da progresso e dalle lotte di emancipazione condotte dalle donne nel corso dei decenni hanno sicuramente migliorato la situazione. Basti pensare che fino a qualche secolo fa alle donne erano precluse quasi tutte le tipologie di lavori e che la loro immagine era semplicemente quella di angelo del focolare domestico.
Purtuttavia permangono oggi molti problemi in tema di uguaglianza di genere e le pensioni sono un tema fondamentale da questo punto di vista. A quanto pare infatti gli importi corrisposti a uomini e donne sono differenti e il contributo pensionistico erogato alle donne risulta più basso addirittura del 27% rispetto a una pensione maschile.
Studi da parte dell’Inps hanno in effetti mostrato che nell’anno 2022 il numero di donne pensionate era maggiore di quello degli uomini, rappresentando esse ben il 52% della popolazione pensionata. Ciononostante si è verificato che le donne percepivano all’incirca il 44% del contributo erogato per le pensioni. Da ciò si è evinto che che gli importi pensionistici erogati sono inferiori del 27%. Ciò dimostra che il reddito medio da pensione per una donna corrisponde circa a 16.000 euro, mentre per gli uomini ammonta a circa 23.000 euro.
Sfortunatamente la situazione non accenna a migliorare, vedendo nella nuova manovra economica ulteriori inasprimenti della situazione a svantaggio delle donne. Ecco cosa cambierà.
Gli ulteriori sacrifici che la Manovra richiede alle donne
La manovra economica che sta preparando il terreno alla nuova Legge di bilancio, richiede molti sacrifici a varie categorie. In campo pensionistico alle donne tocca un’ulteriore stoccata. Infatti se attualmente per richiedere la pensione sono necessari i 67 anni di età e almeno 20 anni di contributi versati, questi requisiti subiranno delle modifiche.
A partire dal 2025 serviranno fino a 42 anni e 10 mesi di contributi per poter accedere alle pensioni, a prescindere dall’età anagrafica. Invece la cosiddetta opzione Quota 103 diventerà Quota 104, con degli aggravi per chi sceglie di ottenere la pensione anticipata.
I dettagli inerenti le pensioni femminili sono racchiuse in quella che viene definita Opzione donna: a quanto pare l’età per accedere la pensione arriverà a 61 anni per le donne e chi richiede un contributo pensionistico anticipato dovrà aver maturato almeno 35 anni di anzianità contributiva.
Qualche riduzione è prevista per le madri, ma si riduce semplicemente a 1 anno di sconto per ogni figlio, fino a una riduzione massima di 2 anni per le donne.
Cosa aspettarsi nei prossimi mesi
Di certo nei prossimi mesi si definirà meglio il quadro pensionistico degli anni a venire. La manovra economica promette però una forte stretta e condizioni peggiorative per tutti coloro che andranno in pensione a partire dal prossimo anno.