Il Fisco entra nei conti correnti degli italiani senza il loro consenso? Arriva il chiarimento, come funzionerà dal 2024
Il governo ha deciso di modificare la norma che riguarda l’accesso diretto del fisco ai conti correnti degli italiani. Vediamo insieme cosa sta succedendo.
C’è un vero e proprio dietrofront del governo per quanto riguarda i controlli sui conti correnti dei cittadini che possono essere effettuati dall’Agenzia delle Entrate.
Nella bozza della nuova legge di bilancio infatti, l’esecutivo aveva previsto che l’ente erariale potesse essere dotato di nuove autorizzazioni che consentivano di velocizzare per via telematica i pignoramenti sui conti correnti dei cittadini morosi nei confronti del fisco.
Una misura che aveva generato diverse polemiche di cui evidentemente la premier Meloni ha preso atto, dichiarando che la norma non introdurrà in realtà nessun obbligo in merito. Verranno semplicemente messi a disposizione dei nuovi strumenti informatici per rendere più efficienti i controlli, ha chiarito la Meloni. In realtà la norma inserita in bozza, nella sua forma iniziale, consentiva al fisco italiano di avere un accesso diretto ai conti correnti, prelevando tutte le informazioni necessarie sul contribuente.
E veniva prevista anche la facoltà da parte dell’Agenzia delle Entrate di entrare direttamente in contatto con la banca del cittadini per dare luogo ad un pignoramento coatto, che sarebbe stato comunicato a quest’ultimo soltanto in un secondo momento.
Pignoramento coatto sui conti correnti, il chiarimento del governo
Adesso invece dal documento, dopo le numerose proteste, è stata esclusa la possibilità per l’AdE di poter accedere al conto corrente di un cittadino in modo così diretto.
Nell’ultima versione pubblicata della manovra si legge invece che “al fine di assicurare la massima efficienza dell’attività di riscossione, semplificando e velocizzando la medesima attività, nonché impedendo il pericolo di condotte elusive da parte del debitore, l’agente della riscossione può avvalersi, prima di avviare l’azione di recupero coattivo, di modalità telematiche di cooperazione applicativa e degli strumenti informatici, per l’acquisizione di tutte le informazioni necessarie al predetto fine, da chiunque detenute”.
Come funziona la nuova collaborazione sui conti correnti tra il fisco italiano e le banche
Non ci sarà dunque un intervento così rapido e diretto del fisco italiano sui conti correnti, come invece era stato inizialmente previsto. Nelle nuove linee guida che sono però già state approvate dal Parlamento resta comunque possibile per l’ente erariale richiedere alla banche tutte le informazioni relative a giacenze medie dei cittadini morosi.
Nel testo si parla di una vera e propria cooperazione telematica tra gli istituti di credito e il fisco. Resta da capire in cosa si tradurrà in pratica questa alleanze, e su questo bisognerà attendere i nuovi decreti attuativi che avranno il compito di chiarire il funzionamento di questo meccanismo.