Partita Iva, cambia tutto nel 2024: attenzione ai nuovi obblighi | Se non li conosci rischi una multa pesantissima
Nella nuova manovra il governo ha inserito diverse novità epr le partite iva che entreranno in vigore a partire dal prossimo anno.
Con la nuova legge di bilancio che è stata finalmente approvata nelle scorse settimane, il governo ha inserito diverse novità che riguardano i liberi professionisti titolari di Partita Iva. Una delle più importanti riguarda i regimi forfettari e dei minimi che a partire dal 2024 diranno addio alla certificazione unica.
Questa modifica è diventata operativa con l’approvazione il 23 Ottobre 2023 del Consiglio dei Ministri della nuova legge delega fiscale. Nel nuovo decreto attuativo della riforma fiscale infatti, viene abolito per i titolari di partita iva con regime forfettario o dei minimi l’obbligo di trasmettere e consegnare la Certificazione Unica.
Una novità che arriva insieme all’entrata in vigore dell’obbligo di fatturazione elettronica anche per i regimi forfettari che dichiarano meno di 25 mila euro l’anno, che avevano ottenuto l’esonero per l’anno in corso con una proroga ad hoc. A partire dunque dal 1 Gennaio del 2024 entrerà in vigore questo nuovo obbligo, che, nelle intenzioni del fisco italiano, permetterà una maggiore trasparenza sulla disciplina tributaria.
Tra le altre modifiche voluta dal governo sul tema c’è anche l’unificazione di alcune scadenze d’imposta, come quelle relativa alla dichiarazione dei redditi delle persone fisiche dell’Irap, che andranno adesso a coincidere in un’unica data, allo scopo di semplificare l’intero calendario fiscale.
Il governo ha introdotto anche la Mini ires nella nuova manovra
Un primo passo verso una semplificazione complessiva del sistema, resa possibile anche dal progresso tecnologico e dai processi di digitalizzazione che aiuteranno moltissimo l’ente erariale a smaltire la burocrazia inerente.
È stata introdotta anche la Mini-Ires, un’agevolazione fiscale che abbassa l’aliquota Ires per tutte le aziende che decidono di assumere giovani, donne e persone che sono appena uscite dal Reddito di Cittadinanza a causa della sua eliminazione.
Molto poco è stato fatto invece sul tema della pensioni
Sul tema delle pensioni invece, viste le pochissime risorse disponibili, il governo ha dovuto prendere delle scelte molto pesanti. L’Ape social non è stata rinnovata ad esempio, ma il vero problema è che l’alternativa a questo scivolo pensionistico per chi svolge lavori usuranti, prevede un numero maggiore di contributi.
E questo significa che chi sperava di utilizzare questa leva per andare in pensione già il prossimo anno, dovrà purtroppo attendere, vista la maggiorazione dei requisiti contributivi. Diverse invece le misure prese in favore del supporto economico ai genitori e alla natalità, tra cui la decontribuzione per le madri lavoratrici in busta paga.