Pensioni, adesso è ufficiale: aumenta l’importo degli assegni | La data da segnare sul calendario
La legge di bilancio è stata finalmente approvata dal governo: vediamo quali sono le principali novità sulle pensioni.
La nuova legge di bilancio è stata finalmente approvata ufficialmente dal Consiglio dei Ministri, ma alcuni contribuenti iniziano adesso a chiedersi quando avverrà il conguaglio previsto sulle pensioni per l’inflazione.
L’unica certezza è che entro la fine dell’anno ci saranno dei nuovi aumenti sull’assegno pensionistico dovuto alla rivalutazione annua che si fa per adeguare gli importi al costo della vita nell’anno di riferimento.
Alcuni esperti sostengono che comunque questi aumenti difficilmente diventeranno operativi prima del mese di Novembre, ed esiste anche la possibilità che vengano erogati nell’ultimo mese dell’anno, ovvero a Dicembre. Il tasso di rivalutazione stabilito per l’anno in corso è fissato all’8,1 per cento e si tratta di un calcolo basato sull’andamento dei prezzi al consumo che sono stati certificati dall’Istat nel 2022.
Con i nuovi conguagli verranno dunque adeguati gli importi, a seconda del tipo di prestazione previdenziale che si percepisce, che si tratta di assegno di vecchiaia o di invalidità, con aumenti che a seconda dei casi possono andare dalle decina di euro fino alle centinaia.
Quando arrivano i nuovi aumenti sugli assegni
Il conguaglio inoltre, si aggiunge alla tredicesima mensilità, già rivalutata, che arriverà nel mese di Dicembre. Si sa ancora poco invece di altri cambiamenti previsti dal governo sul tema della previdenza pubblica.
Non è ancora chiaro adesso se anticipi pensionistici come Opzione Donna, che sarà disponibile anche per il 2024, subirà delle nuove modifiche in senso restrittivo, e bisogna attendere in merito al decreto attuativo.
Perché molti stanno criticando il bonus Maroni
Fa poi discutere la scelta del governo di consentire di far usufruire del bonus Maroni a chi decide di non entrare in Quota 104, il nuovo scivolo che consente la pensione anticipata a chi ha già compiuto 63 anni di età, e maturato un minimo di 41 anni di contributi.
L’effetto del bonus maroni è quello di far aumentare del dieci per cento lo stipendio lordo in busta paga di tutti quei lavoratori che decidono di posticipare ai requisiti ordinari previsti, l’accesso alla pensione di vecchiaia. Il problema è che questo bonus nei fatti, implica una penalizzazione sulla cifra futura che si andrà a percepire nell’assegno pensionistico.