Pensioni, il governo taglia gli assegni | Dal 2024 alcuni avranno un importo più basso
Il governo pensa ad un nuovo taglio delle pensioni per finanziare Quota 103. Vediamo cosa sta succedendo.
Non sono giorni facili per il governo Meloni. La scrittura della legge di bilancio è sempre più vicina e di risorse per portare avanti quelle iniziative che l’esecutivo considera fondamentale per sostenere la popolazione in questa difficile congiuntura economica, ce ne sono pochissimi.
Al punto che sembra sia oggetto di discussione la possibilità di applicare alcuni tagli sulle pensioni per poter rinnovare anche per il prossimo anno Quota 103, un anticipo previdenziale che consente di ottenere la pensione al raggiungimento dei 62 anni di età e 41 anni di contributi. Il taglio delle pensioni pensato dal governo dovrebbe però in teoria toccare soltanto gli assegni più ricchi, evitando dunque di danneggiare chi sta già percependo un importo basso.
Si parla infatti di uno stop alla rivalutazione delle pensioni ( una procedura che si fa annualmente per adeguare l’importo al costo della vita) per tutti gli assegno che superano di almeno quattro volte il trattamento minimo stabilito per legge.
Una prima modifica in tal senso il governo l’avevo già portata avanti lo scorso anno. Era stato infatti concesso l’adeguamento al 100 per cento dell’assegno soltanto per coloro che nel 2022, avevano percepito una cifra pari o inferiore ai 2.101 euro.
La rivalutazione delle pensioni costa al governo 13 miliardi l’anno
Sopra invece questa soglia, la rivalutazione veniva concessa con un adeguamento sempre più basso, in proporzione a quanto si incassava con l’assegno, fino al minimo del 32 per cento.
Per il governo però è il momento di stringere ulteriormente la cinghia perchè anche così, con questa soglia di adeguamento, lo stato italiano dovrà spendere una cifra vicina ai 13 miliardi di euro. Una misura non più sostenibile in un momento in cui i fondi a disposizione dell’esecutivo, sono inferiori anche rispetto a quelli dello scorso anno.
Troppe poche risorse, al vaglio anche l’ipotesi di rivedere Opzione Donna
E infatti, tra le ipotesi al vaglio c’è anche di rivedere Opzione Donna che al momento, come ha spiegato anche nei giorni corso il sottosegretario all’Economia Claudio Durigon, rappresentano un esborso troppo grande per le casse dello stato.
Durigon in merito ha dichiarato che “questo governo non ha gestito Opzione Donna come nella maniera precedente perché crediamo che in quel caso ci sia stato oggettivamente tanto dispendio anche salariale per queste donne”.