Cassa Integrazione, aumentano le tutele ma non per tutti | Cosa cambia con il nuovo decreto
In questi giorni alcuni decreti legge hanno introdotto delle importanti modifiche sulla cassa integrazione per alcuni settori.
Con il nuovo decreto legge pubblicato nella Gazzetta Ufficiale in questi giorni, arrivano importanti modifiche sulla cassa integrazione. In primo luogo, vengono prorogate fino alla data del 31 Dicembre 2023 tutte le tutele in caso di emergenza climatica rivolte ai lavoratori dipendenti che lavorano nei comparti dell’edilizia e dell’agricoltura.
Per quanto riguarda il settore dell’edilizia vengono rafforzate tutte le tutele nel caso in cui, nella finestra temporale che va dal 1 Luglio al 31 Dicembre, si verifichino eventi climatici non previsti che comportano la sospensione totale o la riduzione dell’attività lavorativa.
Stesso discorso anche per i lavoratori agricoli, ma in questo caso cambia la finestra temporale di riferimento. Qui infatti, nel periodo che va dal 29 Luglio 2023 al 31 Dicembre viene riconosciuto ai dipendenti il trattamento CISOA per tutti gli operai che hanno un contratto a tempo indeterminato.
Le domande per ottenere queste tutele, devono essere presentate a partire dalla data del 1 Agosto 2023 ed entro quindici giorni da quando si è verificato l’evento climatico avverso. Le richieste naturalmente dovranno essere valutate e approvato dall’Inps che, nel momento in cui ne attesta la regolarità, erogherà direttamente il trattamento previsto ai lavoratori dipendenti.
Quali obblighi per i datori di lavoro che presentano la domanda
Tutti i datori di lavoro che decidono di presentare domanda all’Istituto con la richiesta di integrazione salariale per i loro dipendenti, non devono a quel punto versare il contributo addizionale.
Dovranno però utilizzare uno specifico codice di conguaglio che verrà comunicato direttamente dall’istituto di Previdenza Sociale utilizzando il servizio denominato “Comunicazione bidirezionale” che si trova all’interno del cassetto telematico fiscale del contribuente.
Al lavoratore non viene richiesta l’anzianità minima
C’è poi una precisazione importante da fare per tutte queste tipologie di richieste di integrazione salariale. In caso di eventi climatici avversi non oggettivanti evitabili, al lavoratore non viene richiesto, come da prassi, l’anzianità minima di lavoro effettivo negli ultimi trenta prima della presentazione della domanda.
Questo al fine di garantire una maggiore equità a tutti quei lavoratori che a causa di un evento climatico vedono la loro attività lavorativa sospesa o ridotta, diventando così vittime di un danno economico che l’azienda non può rifondere.