Farmaci e droga nei laghi e nei fiumi: spuntano le prime malformazioni, scienziati sconvolti
Droga e farmaci stanno rendendo invivibili le acque dei nostri fiumi agli animali marini che le abitano.
Quando parliamo di inquinamento, spesso il nostro immaginario si direziona troppo verso le nostre industrie, le emissioni che produciamo in strada ogni giorno, la plastica riversata nei mari. C’è però un fenomeno molto preoccupante di cui si parla troppo poco.
I laghi e i fiumi del mondo occidentali sono sempre più inquinanti, e non dalla nostra spazzatura, come potremmo essere portati a pensare. Nei nostri fiumi infatti, il vero problema è il continuo sversamento di droga e farmaci che viene fatto ogni anno.
Spesso infatti i laghi sul territorio diventano per i criminali il luogo perfetto in cui sversare rifiuti illegali come per l’appunto i farmaci, o anche la droga ( Ma qui invece sono meno chiare le cause che portano molte acqua italiane ad avere al loro interno livelli di droga altissimi). Un recente studio effettuato ad esempio sulle acque del Tamigi, ha mostrato come in queste vi sia un’altissima concentrazione di metaboliti della cocaina.
Un fenomeno molto grave che sta andando a modificare in negativo l’intera fauna ittica. E le prime conseguenze gli scienziati le stanno osservando su tutte le anguille che popolano il vecchio continente, che a causa di questo assurdo inquinamento causato da droga e farmaci, stanno iniziando a sviluppare dei serissimi danni ai muscoli scheletrici e nei casi più gravi, deformazioni nelle branchie.
Preoccupano gli estrogeni contenuti nelle pillole anticoncezionali riversate nelle acque
Sembra uno scenario da Chernobyl ma questo è quanto in realtà sta accadendo nelle nostre acque. Per quanto riguarda i farmaci, preoccupa invece il continuo sversamento di pillole anticoncezionali.
Questo perché gli estrogeni che sono presenti al loro interno, riescono ad alterare lo sviluppo sessuale di diverse specie ittiche, come aveva già dimostrato uno studio condotto dall’Università di New York nel 2014.
La situazione è molto critica: le anguille stanno già mutando geneticamente
Una ricerca che permise ai ricercatore di scoprire le estreme conseguenze che questi estrogeni presenti nelle acque, recano agli animali marini. In alcuni ad esempio, gli studiosi hanno scoperto che riuscissero anche a femminilizzare gli esemplari maschi, rendendoli inadatti alla procreazione.
Ci troviamo dunque di fronte ad un fenomeno di cui si parla troppo a che sta già iniziando a presentare un conto molto salato da pagare. L’intero ecosistema marino è in pericolo, e specie come le anguille stanno già adesso andando incontro a mutamenti genetici.