Le Peste Suina continua a colpire l’Italia: sei regioni in allerta, arrivano le barriere di contenimento
La peste suina non si ferma sul nostro territorio, e la situazione si aggrava di mese in mese. Il governo ha varato un piano strategico nazionale di contrasto all’epidemia.
L’epidemia di peste suina che è arrivata nel nostro paese a Gennaio del 2022, non si ferma. Al momento sul territorio nazionale ci sono almeno sei regioni in grossa difficoltà e quindici allevamento considerati a rischio.
Una situazione difficile, con il governo che ha delineato la strategia di azione nel contrasto a questa nuova emergenza sanitaria nel nuovo piano strategico nazionale. Tra le varie proposte messe in campo dall’esecutivo, c’è anche quella di coinvolgere direttamente l’esercito nelle situazioni più critiche.
Si è deciso, dato che non si riesce a frenare l’epidemia, di aumentare in modo significativo purtroppo gli abbattimenti, insieme alla cattura di tutti gli animali considerati infetti.
Un’altra operazione molto importante contenuta nel documento è che dovrebbe iniziare nei prossimi giorni riguarda “la ricerca attiva di carcasse e il monitoraggio epidemiologico per verificare la distribuzione e l’andamento dell’epidemia di peste suina”.
Verranno installate delle nuove barriere di contenimento nelle zone più infette
È stato poi stato stabilito di installare delle nuove barriere di contenimento nelle zone considerate più infette, anche se va precisato che al momento, questa misura non ha funzionato, nonostante sia attiva da mesi.
Preoccupa particolarmente la situazione nella regione Lombardia, dove sono stati individuati almeno otto focolai, tutti nella provincia di Pavia. Ma ci sono anche altri otto allevamenti considerati critici dalle autorità, e secondo alcune indiscrezioni, ci si sta preparando in quella zona, ad abbattere oltre settemila capi di bestiame.
In Lombardia verranno abbattuti preventivamente oltre 30 mila capi di bestiame
Nello specifico, in quella zona è stata delimitata un’area di circa 10 chilometri in cui verrà disposto un depopolamento preventivo al fine di contenere l’epidemia. Gli esperti hanno stimato che ci saranno in tutto almeno 33 mila capi da abbattere, e questa non può certo essere considerata una bella notizia.
Non si placano poi le polemiche sull’inefficienza dello stato e delle autorità sanitaria: ci troviamo infatti di fronte ad un’epidemia che continua ad avanzare da oltre un anno, eppure soltanto adesso si iniziano a prendere delle contromisure reali in grado di arginare l’avanzare dei contagi.