Nuova proposta del governo, pensione a 61 anni ma non per tutti: chi ne avrà diritto
Il governo riflette sull’ipotesi di varare un nuovo anticipo pensionistico che consentirà alle donne di andare in pensione a 61 anni di età.
I lavori del governo sulla nuova legge di bilancio procedono con estrema lentezza, e il motivo è molto semplice: l’esecutivo sta faticando a trovare le risorse necessarie che servono per le misure che ha in mente.
Una situazione che ha già convinto il governo ad accantonare l’ambiziosa riforma della previdenza che aveva annunciato lo scorso anno, e che renderà difficile persino prorogare quelle misure che le parti sociali ritengono indispensabili.
Sul tavolo della Meloni ci sono comunque delle proposte per sostenere la fascia più anziana della popolazione, che a partire dalla legge Fornero in poi, spesso vive un vero e proprio incubo per una pensione che per requisiti anagrafici e contributivi, diventa sempre più difficile da raggiungere. Tra le varie ipotesi sul campo, c’è quella ad esempio di varare una nuova ape sociale rivolta esclusivamente alle donne.
L’idea sarebbe quella di anticipare di due anni la pensione. Con le misure vigenti infatti, una donna va in media in pensione all’età di 63 anni. Con il nuovo sistema a cui sta pensando il governo invece, diventerebbe possibile accedere alle prestazioni pensionistiche a 61/62 anni. Una misura che sarebbe reso possibile copiando il modello svedese.
Sul tavolo anche l’ipotesi di ridurre l’orario di lavoro al 50 per cento pochi anni prima della pensione
L’idea sarebbe infatti quella di permettere a chi si ritrova a pochi anni dalla pensione, di poter ridurre fino al 50 per cento l’orario di lavoro, iniziando di fatto un part time, in modo da agevolare gradualmente la sua uscita dal mondo del lavoro.
Una misura che inoltre permetterebbe quella staffetta generazionale, in particolar modo nel settore pubblico, di cui si parla ormai da anni. Come si accennava in precedenza, questa misura passerebbe attraverso un potenziamento dell’ape social.
L’idea del governo sarebbe di estendere l’ape social anche alle lavoratrici donna
Si tratta di un anticipo pensionistico rivolto alle categorie che svolgono ruoli gravosi. Estendere questa misura anche alla lavoratrici donna, andando a colmare alcune lacune di Opzione Donna, semplificherebbe molto il processo legislativo per rendere realtà questa ipotesi.
Bisogna poi ricordare che per gli scivoli pensionistici rivolti alle lavoratrici donne, è già previsto uno sconto anagrafico, sul requisito di età minima richiesta, per ogni figlio a carico, fino ad un massimo di due figli. E questo significa che in alcuni casi, sfruttando questo vantaggio, le lavoratrici donna potrebbero anche ottenere la pensione di vecchiaia a 59 anni.