Omesso versamento Iva, si rischia anche il carcere | Con il ravvedimento operoso puoi salvarti, come funziona
L’omesso versamento dell’Iva è un reato che in alcuni casi può fare rischiare il carcere ai cittadini. Ma grazie al ravvedimento operoso, è possibile evitare il peggio.
Tutti i contribuenti italiani che non sono riusciti a saldare i loro debiti con lo stato entro le scadenze prestabilite, hanno la possibilità di regolarizzare la loro posizione tramite lo strumento del ravvedimento operoso.
In questo caso però il cittadino è tenuto ad iniziare la pratica prima che l’Agenzia delle Entrate inoltri la comunicazione dell’irregolarità riscontrata. Nel caso di mancato versamento dell’Iva bisogna poi prestare particolare attenzione, perché in alcuni casi le sanzioni previste sono davvero importanti, e non solo dal punto di vista economico.
La legge tributaria in Italia stabilisce infatti che tutti gli omessi versamenti di Iva che superano la cifra dei 250 mila euro, si configurano come dei veri e propri reati penali. Ma, come si accennava in precedenza, se il cittadino riesce a rimediare al mancato saldo, prima della comunicazione formale dell’ente erariale, può attivare il ravvedimento operoso.
Si tratta di un vantaggio non da poco, in quanto dà la possibilità di regolarizzarsi con il fisco, pagando delle sanzioni molto ridotte rispetto a quelle previste per via ordinaria. Inoltre, prima si avvia questa pratica, da quando è scaduto il termine di pagamento, e minori saranno gli interessi che si pagheranno sulla cifra maturata.
In alcuni casi, il mancato versamento dell’Iva può anche essere punito con la reclusione
Anche nel caso in cui l’Iva omessa sia inferiore ai 250 mila euro, per quanto si tratti ancora in questo caso di un illecito di carattere amministrativo, i cittadini rischiano comunque tantissimo, in quanto è comunque prevista la reclusione da sei mesi fino a due anni.
In questo caso però, affinché il mancato versamento diventi un reato, bisogna sempre aspettare il decorrere della data ultima del 27 Dicembre. Oltre al ravvedimento operoso esiste anche un’altra possibilità.
Il debito può essere estinto anche prima dell’inizio del dibattito di primo grado
Ad esempio, in caso di omesso versamento accertato all’ente tributario, che a quel punto convoca il contribuente per dare inizio al dibattito di primo grado, a questi viene comunque concessa la possibilità di saldare quanto dovuto, al netto di interessi e sanzioni. Ma questo naturalmente deve accadere prima dell’inizio formale del dibattito di primo grado, che a quel punto viene annullato.
C’è anche la possibilità di rateizzare quanto dovuto, ma nel momento in cui inizia il processo di estinzione e il dibattimento di primo grado viene annullato, al cittadino vengono dati soltanto tre mesi di tempo per saldare quanto dovuto.