Esiste un caso in cui il caregiver non convivente può ottenere le stesse agevolazioni riconosciute a chi cura un disabile vivendoci insieme.
Grazie all’istituzione della legge 104, avvenuta nel nostro paese agli inizi degli anni novanta, tantissimi cittadini italiani disabili hanno avuto la possibilità di vedersi riconosciuti dei diritti e delle agevolazioni che fino a quel momento gli erano negati.
Tramite questo pacchetto di misure infatti, si è creata una rete di protezione non solo nei confronti della persona affetta da disabilità, ma anche per i caregivers, ovvero i familiari che li hanno in cura. Un esempio su tutti può essere quello dei permessi 104: la legge infatti consente a coloro che devono prendersi cura di un disabile o di un’invalido, di poter richiedere dei permessi dal lavoro, allo scopo di assistere al meglio i propri cari in difficoltà.
Altri benefici previsti sono poi la possibile riduzione dell’orario lavorativo ma anche la possibilità di avere la precedenza in azienda per ottenere un trasferimento nel luogo più vicino al domicilio.
Tutte agevolazioni che hanno lo scopo di sostenere la cura familiare per questa categoria più fragile della nostra società. Di norma però, per poter ottenere l’accesso a queste misure, viene sempre richiesto che il caregiver viva nello stesso domicilio del familiare disabile di cui si prende cura.
Ci sono però in tal senso delle eccezioni previste dalla legge. Al caregiver è ad esempio concesso avere un domicilio diverso, laddove però dimostri di avere in cura esclusiva il disabile. E di essere dunque l’unico a prendersi cura di lui. In questo caso infatti, la Legge 104 consente di accedere a tutti i benefici, nonostante non si risieda nello stesso domicilio.
Questo dunque implica, è importante ripeterlo, che sia l’unica persona ad avere in cura il disabile, e che questi non abbia conviventi nel suo domicilio che si occupano della sua cura. Solo in questo caso il caregiver che vive in un domicilio diverso avrà accesso alle agevolazioni.
Per questo sarà importante in questo caso per il caregiver non convivente dimostrare la continuità del servizio che offre al familiare. I benefici però in questo caso passano anche dalla percentuale di invalidità o disabilità riconosciuta al soggetto.
Nel caso dell’invalidità ad esempio, le agevolazioni più importanti scattano soltanto nel momento in cui la commissione medica riconosce al soggetto una percentuale di invalidità pari o superiore al 74 per cento.
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