La crisi dell’acciaio inizia a farsi sentire in Europa, i grandi produttori chiedono di aumentare il prezzo
I grandi produttori europei hanno chiesto di aumentare il prezzo dell’acciaio e di iniziare a pensare a dei dazi contro la Cina.
La crisi dell’acciaio inizia a farsi sentire in Europa. Negli ultimi giorni infatti, i grandi produttori europei della zona nord occidentale del vecchio continente, hanno infatti chiesto di aumentare di venti euro per tonnellata il prezzo dei coil laminati a caldo.
Una richiesta che non può che colpire in un momento in cui la domanda di questi prodotti è diminuita sensibilmente nel mese di settembre. Il motivo di questa richiesta è dovuto in primo alle preoccupazioni del settore verso la strategia recentemente adottata dalla Cina. Il timore infatti è che il governo di Pechino nei prossimi mesi stabiliscano nuovi limiti e controlli alla produzione di acciaio.
Una situazione che ha convinto i grandi produttori europei che vi fosse la necessità di aumentare la produzione nel breve termine, contribuendo così a far incrementare la domanda minerale di ferro.
Tutto questo, mentre i prezzi del gas, che incidono in modo significativo sulla produzione, ha iniziato ad aumentare a partire da inizio agosto. E anche il prezzo dell’acciaio potrebbe subire una sorte simile.
I grandi produttori europei di acciaio vogliono che l’Ue introduca dei dazi
I costi all’ingrosso proposti dal continente asiatico ( Principalmente da Cina, Giappone e Vietnam) sono molto bassi, e si pongono in netto contrasto con la decisione dei grandi produttori del vecchio continente di aumentare i prezzi.
Per questo si chiede ormai da tempo all’Unione Europea di introdurre dei dazi commerciali che siano in grado di sostenere l’intera industria europea dell’acciaio contro i pericoli che arrivano soprattutto dalla Cina. Non bisogna però dimenticare che una scelta del genere finirebbe per avere un impatto molto negativo sui consumatori.
In America sono stati i consumatori a pagare i dazi contro la Cina
E quanto sta accadendo recentemente in America ne è il più fulgido esempio.La guerra per la supremazia tecnologica tra Cina e Stati Uniti è ormai dichiarata, e probabilmente accelerata dalla crisi dei chip che ha reso chiaro come non vi sia più la stessa disponibilità di prima sulle materie prime fondamentali per produrre componenti tecnologici.
Di qui la decisione degli Usa di introdurre dei dazi contro la Cina. Il problema però è che questo ha comportato un costo altissimo per i consumatori americani, dato che la maggior parte dei prodotti di largo consumo a basso costo, venivano dalla Cina, e il loro prezzo è aumentato d’improvviso.