La Russia ha deciso di tagliare del 25 per cento le esportazioni di gasolio. Una mossa che avrà conseguenze molto pesanti per tutto il blocco occidentale.
Mosca ha deciso di tagliare le forniture di gasolio che passano dal Mar baltico e dal mar nero. Una decisione resa inevitabile dal difficile contesto geopolitico, con il costo del carburante che ha iniziato a salire sempre di più a partire dai primi di agosto, e i lavori di manutenzione che la Russia sta effettuando nelle raffinerie.
Rispetto al mese scorso, la Russia ha dunque deciso di tagliare del 25 per cento le forniture. E questo significa che a settembre Putin prevede di esportare circa 466 mila barili al giorno contro i 600 mila di agosto.
La manutenzione delle raffinerie, va precisato, viene fatta dalla Russia ogni in questo periodo, e le sue conseguenze sono più visibili soltanto a causa della crisi energetica che stiamo vivendo. Inoltre la Russia ha anche deciso di foraggiare di più la domanda interna, nonostante non vi siano vincoli legali sulle esportazione e parliamo dunque di una semplice raccomandazione.
Questo però significa anche che i ricavi di Mosca sono diminuiti sensibilmente questo mese proprio a causa del calo delle esportazioni. La scelta fatta dalla Russia rende ancora più difficile la situazione per il blocco occidentale.
L’Europa in particolare non ha ancora trovato un vero sostituto per le quote di gas che acquistava fino allo scorso anno dalla Russia. Senza considerare che Mosca sta continuando in un processo graduale di aumento delle esportazioni verso la Cina o l’India.
E il prossimo inverno è un vero e proprio rebus anche per nazioni come la Germania, che hanno azzerato il mese scorso le importazioni di energie che arrivano da Mosca, senza però trovare un fornitore alternativo in grado di pareggiare la domanda interna.
A settembre infatti i tedeschi hanno totalmente azzerato l’esportazione di forniture russe, dopo aver riempito gli stock interni di circa il 93 per cento. Il punto però è che la capienza dei depositi di corte di gas dell’intero vecchio continente è molto bassa.
E questo significa che pur avendo riempito gli stock, a fronte di un inverno più freddo del solito, questi si esauriranno molto velocemente.
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