Il Brasile ha registrato quest’anno un record sulla produzione di mais che traccia la strada per l’economia futura del paese.
Grazie alla raccolta record che la nazione ha registrato quest’anno, il Brasile è diventato ufficialmente il primo produttore di mais al mondo, superando gli Stati Uniti che detenevano il primato.
Gli ultimi dati diffusi dalla Conab brasiliana, raccontano come nel 2023 la produzione è aumentata di oltre il 16 per cento, arrivando a 131 milioni di tonnellate di mais. La produzione è inoltre destinata ad aumentare ancora, superando tutte le esportazioni complessive nel Nord America, fino ad arrivare a 50 tonnellate.
La nazione è pronta dunque ad incrementare le entrate che avrà sulla vendita del mais, configurandosi come il leader mondiale di questa produzione per i prossimi anni. Il sorpasso sugli Usa oltretutto non è stato affatto risicato, perché gli Stati Uniti nel 2023 si sono fermati a 41 milioni di tonnellate di mais prodotti, mentre il Brasile è già a quota 50 milioni di tonnellate.
Il sorpasso sugli Usa riguarda solo il raccolto di quest’anno, perché nel complesso invece, le scorte e le esportazioni americane restano comunque superiori. La nazione continua dunque il suo percorso di crescita che sta lentamente trasformando la sua economia.
Nel 2019 il settore secondario del Brasile è diminuito fino ad arrivare all’11 per cento dell’attività economica della nazione. Quello forse è stato il momento in cui l’economia brasiliana ha iniziato il suo percorso di trasformazione, in quanto solo 20 anni prima, il secondario rappresentava il 20 per cento del Pil.
Un cambiamento che però naturalmente ha portato la crescita della nazione in altri settori produttivi, a partire da quello alimentare. Sempre nel 2019 infatti, il Brasile è diventato il secondo esportatore al mondo per quantità di alimenti trasformati.
La speranza però è che questi progressi possano anche riflettersi sul benessere complessivo della popolazione, perché al momento della nazione, il 7 per cento vive ancora in uno stato di povertà assoluta.
Ci troviamo però di fronte all’ennesimo segnale di come ormai il baricentro del mondo si stia spostando, e gli Stati Uniti stanno lentamente perdendo terreno in tutti i settori di esposizione strategici.
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