Il governo ha intenzione di potenziare alcuni scivoli pensionistici per dipendenti ed aziende. Vediamo nel dettaglio cosa sta succedendo.
Tra i vari scivoli pensionistici che il governo negli anni ha varato in favore dei cittadini, nei esiste uno che consente ai dipendenti di poter ottenere la pensione anticipata, attraverso l’aiuto dei loro datori di lavoro.
In questi casi, come in quasi tutte le opzioni di uscita anticipata dal mondo del lavoro, verranno previste delle penalizzazione sull’assegno, che oltretutto consentono all’Inps di poter generare un risparmio non indifferente sulle casse previdenziali.
La misura più utilizzata in tal senso dai dipendenti è l’isopensione che può essere attivata da imprese che hanno almeno 15 dipendenti sotto contratto. Questi scivolo pensionistico consente agli aventi diritto di poter andare in pensione con sette anni di anticipo rispetto rispetto ai requisiti ordinari. Si tratta spesso di uno strumento che fa molto comodo anche ai datori di lavoro, che ad esempio, in caso di crisi aziendale, piuttosto che licenziare possono aiutare il lavoratore facendole andare in pensione prima.
C’è poi il contratto di espansione che invece permette ai dipendenti di ottenere l’assegno per la pensione di vecchiaia cinque anni prima del previsto.
Questa opzione però è consentita soltanto per le imprese che hanno un numero minimo di cinquanta dipendenti. Una cosa che però accomuna entrambi gli strumenti, è che isopensione e contratto di espansione possono essere attivati solo nel momento in cui l’azienda raggiunge un accordo sindacale, affinché non diventi uno strumento in grado di ledere i diritti dei dipendenti, nel mero interesse dei datori di lavoro.
E da alcune indiscrezioni emerse nelle ultime settimane, sembra che il governo Meloni sia seriamente intenzionato a potenziare una di queste due misure, tramite la creazione di un super contratto di espansione.
Si tratterebbe oltretutto di una misura che andrebbe a unificare entrambi gli scivoli, isopensione e contratto di espansione. Ma anche in questo caso resta comunque un’opzione per il prepensionamento dei dipendenti più anziani in azienda.
È uno dei principali cambiamenti che dovrebbe apportare il governo in tal senso, riguarda l’allentamento dei requisiti richiesti alle imprese per accedere a questi strumenti. Verrà infatti con tutta probabilità diminuito il numero di dipendenti delle aziende necessari ad attivare questo strumento.
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