Il nuovo rapporto pubblicato dalla CGIA mostra come si sia perso oltre un milione di posti di lavoro per gli under 35.
Il nuovo report della Cgia sulla disoccupazione under 35 preoccupa non poco. Il report infatti racconta come negli ultimi dieci anni, si è perso oltre un milione di posti di lavoro nella fascia di età che va dai 15 ai 34 anni. Dati che non possono che preoccupare molto.
Da un lato sembra che gli imprenditori abbiano delle serie difficoltà a trovare del personale qualificato per diversi mansioni aziendali, dall’altro il mercato del lavoro in cui entrano i più giovani si continua a dimostrare frammentato e precario. Pesa anche la crisi demografica che stiamo vivendo da decenni e che adesso inizia a presentare il suo conto.
Nel dossier redatto dalla CGIA viene ad esempio rilevato come tra il 2023 e il 2027, circa tre milioni di posti di lavoro resteranno vacanti, a causa di tutti i lavoratori che andranno in pensione. E per quanto possa sembrare paradossale, vista la crisi economica che stiamo vivendo e il livello di disoccupazione sempre più alto nel paese, non è scontato che saranno rimpiazzati facilmente dalle nuove leve.
Anzi il centro studi della Cgia sottolinea come questo sarà un problema con cui gli imprenditori si scontreranno presto, e saranno forse costretti ad assumere manodopera specializzata all’estero, come accade da anni in paesi come la Germania o l’Inghilterra.
Preoccupa anche il livello di povertà educativa, che porta sempre più giovani a non specializzarsi all’Università. Al punto che, stima la CGIA, nei prossimi 15-20 anni è molto probabile che assisteremo all’assunzione massiva di extracomunitari in lavori altamente qualificati.
Per agevolare questo processo, servono, come sottolinea l’Ufficio studi di Mestre, dei profondi cambiamenti che la politica dovrà attuare in tempi brevi.
Bisognerà ad esempio “stabilire per legge che il permesso di soggiorno, a eccezione di chi ha i requisiti per ottenere la protezione internazionale e di chi entra con già in mano un contratto di lavoro, andrebbe accordato a chi si rende disponibile a sottoscrivere un patto sociale con il nostro Paese”
Non è rassicurante il quadro tratteggiato dalla CGIA, che ci racconta di un mercato del lavoro sempre più complesso, in cui i giovani italiani rischiano, per tanti motivi, di restarne totalmente tagliati fuori.
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