In questo articolo analizziamo insieme come funzionerà la cassa integrazione, ordinaria e straordinaria, per il 2023.
Per fortuna, nel momento in cui l’emergenza sanitaria è finita nel nostro paese, la richiesta di ore di cassa integrazione ha cominciato nuovamente a scendere, dopo il difficile momento causato dalla pandemia, che aveva costretto tantissime aziende, a causa dei lockdown, a fare questa scelta.
Certo, si tratta comunque ancora di un ammortizzatore sociale molto utilizzato, che purtroppo testimonia come le difficoltà economiche della nostra nazione siano tutt’altro che finite. Anche per il 2023, le aziende avranno la possibilità di richiedere la CIG per i lavoratori, anche se naturalmente dovrà essere sempre motivata, in quanto non si tratta certo di uno strumento che il datore di lavoro può attivare a suo piacere.
Alle imprese viene infatti concessa questa possibilità solo per particolari situazione transitorie di difficoltà economica, che siano cassate dal mercato o da una situazione interna all’azienda.
La cassa integrazione deve infatti avere un carattere temporaneo e transitorio, e deve inoltre essere comunicata prontamente ai sindacati, con un documento in cui vengono spiegate nel dettaglio le cause che hanno portato a questa scelta, affinché si possa anche valutarne la legittimità.
La domanda per presentare richiesta per la CIG deve essere presentata dai datori di lavoro direttamente all’Istituto di Previdenza Sociale.
Dopodichè l’Istituto valuterà la domanda e dopo le opportune verifiche, al lavoratore verrà concesso di godere di un’indennità erogata dallo stato, che sarà pari all’80 per cento della retribuzione che percepiva. Nel momento in cui viene attivata, la cassa integrazione ordinaria potrà durare per un massimo di 13 settimane consecutive.
C’è però anche la possibilità di ottenere delle proroghe, fino a poter arrivare a 52 settimane consecutive di CIG. Esiste poi anche l’opzione prevista di poter attivare la Cassa Integrazione Straordinaria, che però può essere riconosciuta a datore di lavoro e lavoratore, soltanto in particolare situazioni di crisi e ristrutturazioni aziendali che non possono essere risolte nel breve termine.
In questo caso la CIGS può durare fino a cinque anni, e la procedura è la stessa della CIG ordinaria, con una comunicazione preventiva da inviare ai sindacati e all’Inps.
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