Vicini all’età pensionabile, ma con troppi pochi contributi? L’unica soluzione è il riscatto oneroso: come funziona
Andare in pensione con un carriera lavorativa discontinua può diventare possibile grazie allo strumento del riscatto oneroso. Vediamo insieme come funziona.
Andare in pensione sta diventando sempre più difficile per i cittadini italiani. A partire dalla riforma Fornero in poi infatti i requisiti per ottenere l’assegno pensionistico sono diventati sempre più stringenti.
Attualmente infatti il requisito ordinario di età è fissato a 67 anni, e questo significa che tutti i lavoratori devono riuscire ad avere una carriera lavorativa continua e arrivare a questa età, con tutti i contributi maturati richiesti, che sono pari a 20 anni.
Non tutti lo sanno, ma proprio nella consapevolezza di quanto sia cambiato il mercato del lavoro negli ultimi 30 anni, e di quanto il posto fisso sia sempre più un miraggio per milioni di lavoratori, lo stato ha elaborato uno strumento previdenziale, che consente di andare in pensione, anche se il contribuente si trova dei buchi contributivi che gli rendono l’accesso alla pensione molto difficoltoso.
Lo strumento a cui ci stiamo riferendo si chiama riscatto oneroso, ma si tratta comunque di un’operazione che non sempre può risultare conveniente per il cittadino perché, un po come per gli scivoli di anticipo pensionistico, richiede dei costi e delle penalizzazioni da sostenere.
Come presentare richiesta per il riscatto oneroso dei contributi
La richiesta per il riscatto oneroso può essere presentata dai cittadini direttamente all’Inps accedendo al sito dell’Istituto di Previdenza, e iniziando la procedura telematica alla sezione interessata, In alternativa è anche possibile farsi aiutare dal Contact Center Inps al numero 803.164, o servirsi dell’intermediazione di un patronato per il disbrigo di questa pratica.
Nella documentazione da allegare, sarà in primo luogo necessario dimostrare i periodi in cui si è lavorato, evidenziando invece i periodi scoperti su cui non si è riusciti a maturare contributi.
L’attività lavorativa svolta può essere dimostrata all’Inps anche attraverso testimonianze di terzi
Non tutti sanno poi che vista la grande presenza del lavoro nero in Italia, di cui lo stato italiano è ben cosciente, il cittadino ha la possibilità di dimostrare la propria carriera lavorativa anche attraverso delle testimonianze di terze persone.
Anche perché si tratta di uno strumento che vuole aiutare anche i lavoratori che per alcuni periodi della loro vita hanno svolto la loro professione all’estero, con dei contributi che di certo non possono essere registrati all’Inps, se non in alcuni casi specifici.