La presenza di cocaina nei fiumi italiani ha ormai raggiunto livelli record, mettendo in pericolo anche i pesci che ci abitano.
Che la droga più consumata nel nostro paese sia la cocaina è una realtà con cui ormai ci si confronta da decenni. E un episodio che forse più di altri, mostrò alla popolazione quanto fosse profondo il problema del consumo di questa droga in Italia, è arrivato nel 2005, quando alcune analisi in laboratorio portarono alla luce una verità sconvolgente.
Nel 2005 infatti, l’Istituto per le Ricerche Farmacologiche Mario Negri, decise di effettyuare un0alaisi molto approfondita sui reflui urbani. Si cercava insomma di comprendere, da cosa fossero contaminate le acque che servivano ai nostri impianti idrici, e che finivano poi quasi sempre a confluire nei fiumi della nazione.
Si trattò di uno studio importantissimo sul tema, perché mostrò per la prima quanto fosse importante la presenza di cocaina nelle acque, L’Italia in questo senso, fece anche da apripista al resto d’Europa, perché a partire da quel momento, iniziarono le stesse misurazioni nei fiumi e nell’acqua di tutto il vecchio continente e non solo, alla ricerca della presenza di questa droga.
Nel periodo che va dal 2011 al 2017 infatti, queste rilevazioni sono state effettuate in oltre trenta nazioni europee, ma anche negli Stati Uniti, in Australia e in Canada. Rilevazioni che serviranno certificare come la cocaina, viste le quantità riscontrate nei reflui urbani, fosse in assoluto la droga più consumata nell’Europa Occidentale.
Discorso diverso però, per quanto riguarda invece la zone orientale dell’Europa, in quanto lì invece le misurazioni hanno fatto emergere un’altra verità. In questi luoghi infatti il primato spetta alla metanfetamina, in particolare in paesi come il Belgio, la Germania e l’Olanda.
In Italia invece, il consumo medio di cocaina ha già raggiunto il punto di non ritorno. E città come Milano, insieme a Parigi ad esempio, detengono il primato per quanto riguarda il consumo personale di questa droga fatto dai cittadini.
Tutta questa cocaina sversata nei fiumi italiani, ha poi un impatto ambientale drammatico, soprattutto per quanto riguarda l’ecosistema. Già nel 2018 la comunità scientifica italiana, con uno studio dell’Università Federico II di Napoli, aveva lanciato l’allarme.
I livelli di cocaina riscontrati nelle acque sono troppo grandi e mettono in pericolo la sopravvivenza stessa dei pesci che abitano questi fiumi.
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