La nuova legge di bilancio sarà una sfida molto difficile per il governo, che riflette anche sulla possibilità di cancellare una misura di anticipo pensionistico.
L’estate sta ormai finendo e la sfida che attende il governo non è certo delle più facili. D’altronde, come ha dichiarato lo stesso Ministro d’Uso alcuni giorni fa, bisognerà scrivere una legge di bilancio fatta forse più di rinunce che di iniziative. Sono tanti i temi sul tavolo dell’esecutivo da affrontare, ma il problema è sempre lo stesso: non ci sono fondi.
Sembra dunque tramontata l’ipotesi, paventata dalla stessa Meloni l’anno scorso, che questo sia l’anno in cui finalmente si mette mano a una vera riforma del sistema previdenziale.
Troppe le sfide da affrontare con i pochi fondi a disposizione, a partire dal nuovo rincaro record del carburante ad Agosto, con il governo che vorrebbe varare un nuovo bonus benzina per i cittadini, ma non ha le risorse necessarie per farlo davvero. Qualcosa la Meloni dovrà sacrificare, e la sua scelta potrebbe però ricadere su uno scivolo pensionistico che per tantissime donne è stato importantissimo in questi anni.
Stiamo parlando di Opzione Donna, una misura che consente alle lavoratrici donna, di poter andare in pensione prima dei termini ordinari previsti. cancellarla dunque, toglierebbe una tutela che seppur non perfetta (Anche questo scivolo pensionistico prevede comunque penalizzazioni economiche sul’assegno) si era comunque rivelato molto utile.
Ad onore del vero, già nella scorsa legge di bilancio il governo aveva prorogato questa misura, ma depotenziandola, e restringendo di molto la platea di beneficiari. Si tratta però di una misura che comunque è stata utilizzat anche più del previsto dalle donne lavoratrici.
Basti pensare che secondo i calcoli fatti dal Ministero, da quando è stata introdotta, Opzione Donna ha permesso ad oltre 170 mila lavoratrici di poter lasciare il lavoro in anticipo. E per quanto riguarda persone invalide o caregivers, questa per loro, pur con le penalizzazioni economiche previste, è stato comunque un modo per ottenere una qualità della vita migliore.
Resta comunque il fatto che ci saranno dei sacrifici da fare, anche perché l’Unione Europea non è più disposta a concedere altri margini di deficit all’Italia, come accaduto in questi tre anni.
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