Una recente inchiesta di Bloomberg ha reso famoso nel mondo un vero e proprio cimitero di auto elettriche costruito in Cina.
C’è una recente inchiesta condotta in Cina dai giornalisti del quotidiano Bloomberg che sta facendo rapidamente il giro del mondo. Il team, infatti, è andato in Cina per visitare e documentare quello che è attualmente il più grande cimitero di auto elettriche al mondo.
Un vero e proprio mausoleo di auto elettriche, ma a differenza di quello che hanno pensato subito gli utenti su internet, dopo che il video di Bloomberg è iniziato a diventare virale, non si tratta di una scelta complottista, con chissà quale intenzioni, portata avanti dal governo di Pechino.
Per capire come la nazione sia arrivata a costruire questo cimitero, bisogna tornare indietro al decennio scorso, quando il governo di Pechino iniziò a foraggiare, stanziando tantissimi fondi, la produzione e la diffusione di auto elettriche ( un po come sta accadendo in questi mesi per le aziende di accumulo di batteria, che hanno ottenuto incentivi enormi dal governo).
La Cina introdusse benefici fiscali e sconti per i cittadini in modo che trovassero più conveniente acquistare un’auto elettrica rispetto ad una a benzina, e i risultati di questa strategia non si fecero attendere, con gli ordini di vetture elettriche che iniziarono ad aumentare d’improvviso. Il problema è che in quel momento, la tecnologia per costruire vetture al 100 per cento elettriche era ancora agli inizi, e le auto iniziarono fin da subito a presentare problemi e guasti.
I cittadini iniziarono dopo qualche anno a dismettere queste auto in favore di quelle alimentate a combustibili fossili, perché era impossibile utilizzarle nel quotidiano con affidabilità, troppi problemi, sia sulla meccanica dell’auto che per quanto riguarda l’autonomia di ricarica.
E così nel 2019 il governo decise di annullare tutti gli incentivi, e se per i privati cittadini tutto sommato di un cambio di programma semplice da gestire, lo stesso non si può dire per le aziende che si occupavano di trasporto privato, taxi, car sharing, che convinti di essere già entrati nella mobilità del futuro, acquistarono grazie agli incentivi centinaia e centinaia di vetture elettriche.
Ma anche queste ebbero troppi problemi tecnici per poter rappresentare un servizio di trasporto valido per i consumatori e furono ben presto abbandonate.
Ed è questo il motivo per cui a un certo punto il governo ha trovato uno spazio di grandi estensione nella zona di Hangzhou: bisognava trovare un luogo in cui conservare decine e decine di vetture elettriche che erano state acquistate in blocco dalle aziende di car sharing.
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