Ormai è ufficiale: il governo ha introdotto una nuova tassa per le imprese che era stata abolita nel 2019. Vediamo insieme di cosa si tratta.
Con la nuova legge delega che è stata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale lo scorso 14 Agosto, il governo guidato da Giorgia Meloni ha dato il via a una vera e propria riforma fiscale.
Tra le novità più rilevanti, c’è il ritorno per le aziende di una tassa che era stata abolita nel 2019. L’esecutivo ha infatti deciso di introdurre nuovamente l’Iri, un’imposta che si occupa di tassare in modo separato i capitali personali posseduti dai soci di un’azienda, lasciando da parte il reddito generato da quest’ultima.
Si tratta di un tributo che era stato inserito nel 2017, per poi essere abrogato due anni dopo. Adesso invece l’Iri è tornata e secondo i calcoli del governo, dovrebbe coinvolgere una platea di circa 300 mila imprese.
Andando più nello specifico, parliamo di una tassa che, tramite la suddivisione a cui abbiamo fatto riferimento prima, consente alle aziende di avere accesso ad una tassazione agevolata del 24 per cento che va a colpire esclusivamente il reddito prodotto dall’impresa.
Nel 2019 invece, si decise che era più conveniente sostituire l’Iri con l’aliquota forfettaria al 15 per cento da destinare a tutti i lavoratori autonomi. Adesso invece, il governo di centrodestra ritiene che la sua reintroduzione, possa aiutare in modo significativo le imprese, che verranno nuovamente messe nelle condizioni di pagare un’imposta eguale per tutti, fissata al 24 per cento, separando invece gli utili destinati ai soci, che continueranno a godere di una tassazione progressiva.
Le imprese che però vogliono da adesso in poi essere soggetto, per il reddito dichiarato dall’impresa all’Iri, devono in primo luogo aderire al regime di contabilità ordinaria, e lasciare gli utili che hanno accumulato in azienda allo scopo di reinvestire.
Trattandosi di una tassa che il governo ha voluto riportare in vita per incoraggiare gli investimenti nel settore privato, è evidente che gli utili maturati, non possono essere a quel punto trasferiti ai soci. Insomma, aderire a questa imposta ha dei vantaggi soltanto per le aziende che hanno deciso di reinvestire gli utili per modernizzare il loro impianto e la loro produzione.
Anche perchè le imprese soggette al pagamento dell’Iri, sono esentati dal pagamento delle addizionali, comunali o regionali, sull’Irpef
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