Nelle ultime settimane è stato presentato un nuovo condizionatore 3D che utilizza nel suo funzionamento un principio molto antico, risalente addirittura all’antico egitto.
Il progresso tecnologico non smette mai di sorprenderci. Negli ultimi ci siamo abituati a sentire parlare sempre di più delle enormi potenzialità delle stampanti 3D, una tecnologia che nel momento in cui entrerà nella sua piena operatività, rivoluzionerà la nostra vita di tutti i giorni.
I principali esperimenti con questa stampante si stanno concentrando soprattutto sul cibo, e sulla possibilità di poterla ricerca in laboratorio tramite questo procedimento. Ma non è l’unico ambito di applicazione su cui la comunità scientifica è al lavoro.
È notizia infatti di queste settimane che l’agenzia tecnologica Entreautre è riuscita, in collaborazione con il noto designer Simon Pavy, a mettere a punto un’innovativo condizionatore 3D. La sua creazione mediante la stampante 3D si basa oltretutto su un principio molto semplice: l’utilizzo di un recipiente in terracotta, molto poroso, che viene riempito interamente d’acqua.
Questo innovativo refrigeratore 3D è dotato di un sistema di ventilazione denominato Water Evaporative Evaporator Effect. La sua funzione è quella di far passare l’aria dalla superficie bagnata al contenitore di terracotta.
Per quanto possa sembrare strano si tratta di un principio che era già stato scoperto nell’antica dalla cultura egizia, che aveva la pratica di rinfrescare gli ambienti interni appendendo dei panni bagnati a porte finestre, attendendo che evaporasse.
E nel momento in cui la tecnologia 3D ha continuato a progredire, sono stati in tanti gli scienziati che hanno provato a convogliare questo metodo utilizzando questa innovativa tecnologia. E adesso siamo forse di fronte al primo prototipo che ha tutte le carte in regola per funzionare.
Come ha spiegato lo stesso Simon Pavy, intervistato su questo condizionatore 3D: “Volevamo creare un effetto intrigante, massimizzando la superficie della parete bagnata esposta all’aria ventilata. Grazie alla stampa 3D della terracotta, abbiamo potuto esplorare volumi complessi. Questo processo naturale ci ha anche permesso di fare una scelta estetica coerente, creando un prodotto che esprime la visione che sta alla base di tutto il processo”
Ai fini della riuscita del progetto, è stato indispensabile l’apporto arrivato dall’artista Olivier Van Herpt, che era diventato famose nella comunità scientifica per aver inventato una stampante 3D per la ceramica.
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