La Germania avanza spedita verso la recessione, e senza il gas russo la produzione industriale è insostenibile
Il nuovo report di agosto vede gli acquisti in Germania calare per il quarto mese consecutivo. Recessione sempre più vicina per la nazione tedesca.
Il mese di agosto si sta rivelando infausto per la Germania. La nazione tedesca continua a presentare dei numeri che la portano sempre più vicino alla recessione, a partire dall’ultimo rapporto pubblicato sugli indici previsionali.
Gli acquisti fatti dal settore privato continuano a diminuire, e trattandosi ormai della quinta flessione consecutiva, la preoccupazione adesso è tanta. Una discesa verso la recessione spinta soprattutto dal settore dei servizi che continua a registrare perdite di fatturato molto rilevanti.
E che oltretutto smentisce la tesi degli ultimi anni secondo cui il crollo del settore manifatturiero della nazione, sarebbe stato attutito e sostituito dalla crescita delle forniture dei servizi.
Non è stato così, e la Germania continua invece a correre spedita verso la recessione, seguendo un trend che inizia ormai ad accomunare tantissime nazioni in Occidente a partire dall’America.
La guerra contro Putin ha privato la Germania del gas indispensabile per la produzione industriale
Ad aggravare la situazione negli ultimi anni, in un’economia che già presentava diversi segni di debolezza ancora prima della pandemia, ci hanno poi pensato lo scoppio del conflitto in Ucraina e la decisione della Bce di abbassare nuovamente i tassi di interesse.
Bisogna in primo luogo comprendere che la Germania comprava circa metà del suo fabbisogno energetico di gas dalla Russia, e la guerra scoppiata tra Mosca e Occidente, a cui si sono subito accodati anche i tedeschi, ha danneggiato fin da subito la produzione industriale della nazione, e in particolare il settore manifatturiero che di colpo, si è trovato sprovvisto dell’energia necessaria per mantenere i ritmi di produzione precedenti.
La Germania non è riuscita a sostituire il gas russo, e il prossimo inverno è un’incognita
Anche perché, nessun nuovo accordo di fornitura stipulato fino ad adesso in Europa, è riuscito a sopperire all’offerta russa. È vero che l’Ue è riuscita a riempire i suoi siti di stoccaggio fino al 90 per cento, ma un inverno troppo freddo quest’anno, potrebbe far esaurire le scorte molto rapidamente e molto prima della fine della stagione.
Quanto sta accadendo a quella che soltanto alcuni fa veniva definita la locomotiva d’Europa è soltanto l’ennesima segnale di quanto l’intero Occidente stia avanzando spedita verso un recessione che forse non è più evitabile. Una crisi che potrebbe ben presto espandersi al mondo intero, se la Cina non riuscisse a risollevarsi in tempi brevi.