Dopo il duro attacco di RyanAir al decreto voli del governo Meloni, la questione finisce adesso sui tavoli di Bruxelles.
Il decreto italiano contro il caro voli sta diventando un vero e proprio caso in Europa. La vicenda è iniziata nel momento in cui il governo Meloni ha deciso di inserire all’interno del decreto Omnibus, alcune norme con cui imponeva alle compagnie aeree alcuni obblighi nei confronti dei consumatori.
In particolar modo, si dichiarava illegittimo l’utilizzo di alcuni algoritmi che favorivano l’acquisto dei biglietti più costosi per la tratta scelta dai consumatori, nascondendogli, rendendo poco visibili, i biglietti con un prezzo più conveniente.
Una misura che ha mandato su tutte le furie RyanAir, che lo scorso anno ha fatto viaggiare nel nostro paese più di quaranta milioni di persone. Attraverso le dichiarazioni del suo amministratore delegato, la compagnia non ha esitato ad attaccare il governo, definendo “sovietico” il provvedimento intrapreso contro di loro.
Dal canto suo l’esecutivo ha dichiarato di aver accolto con stupore l’attacco della compagnia aerea, e di non aver in alcun modo alterato il libero mercato con questo decreto.
Adesso però, forse per paura che l’iniziativa italiana venga emulata nel vecchio continente, un gruppo di compagnie aeree, tra cui la Air France Kim, Lufthansa, ha portato la questione sui tavoli di Bruxelles. All’Unione Europea si chiede adesso di chiarire se quanto fatto dal governo italiano sia in linea con i dettami europei sul libero mercato.
Le motivazioni che hanno spinto a sottoporre la questione all’Ue, sono state oltretutto chiarite dalle compagnie in una lettera aperta pubblicata sul Financial Times. La preoccupazione è quella che l’Italia crei un precedente in grado di ledere i diritti delle compagnie, che ritengono che certe pratiche non possono essere in alcun ostacolate dallo stato.
La limitazione delle tariffe è inaccettabile dal loro punto di vista. Come scrivono nella lettera al Financial Times, non si può impedire “di competere laddove possibile, fissare i prezzi e definire i servizi come meglio Secondo il piano italiano, le tariffe aeree durante l’alta stagione sarebbero limitate al 200 per cento dei prezzi medi, così come anche l’uso di “algoritmi di profilazione”.
Insomma, c’è molta preoccupazione sulla scelta fatta dal governo italiano, ma al contempo, in un momento in cui il costo della vita sta esplodendo nel nostro paese, non si può nemmeno non considerare quanto e limitazioni poste dal decreto voli, aiutino i cittadini a contenere delle spese altrimenti impossibili da sostenere.
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