Un decennio fa Google ha fondato un progetto per studiare i modi in cui possiamo bloccare l’invecchiamento umano.
Da quando l’uomo ha iniziato a comprendere quanto lontano potesse portare il progresso scientifico e tecnologico, il sogno di tantissimi scienziati in tutto il mondo è stato un po lo stesso che attanaglia anche gli imperatori vissuto mille anni fa.
Trovare un modo per sconfiggere la morte, utilizzare la scienza per capire come bloccare il processo che porta il nostro corpo a invecchiare e decomporsi. Nell’ultimo secolo, con un avanzamento tecnologico senza precedenti i fondi per foraggiare questa tipologia di studi sono stati tantissimi, nell’ordine dei miliardi.
In particolar modo nel momento in cui alcuni risultati molto promettenti provenienti dallo studio del genoma, hanno dimostrato che quantomeno da un punto di vista teorico, bloccare l’invecchiamento umano è possibile.
Ma quello che forse in molti non sanno, è che da una decina di anni a fari carico di qesto ricerca, che sembra un po richiamare spesso il mito del Santo Graal, sono state le compagnie tecnologiche Siamo abituati ad esempio a conoscere Google per il suo motore di ricerca e per tutti i servizi che offre sul web agli utenti.
Ma l’azienda di Mountain View già nei primi anni dieci guardavo già molto oltre ciò che gli altri consideravano il suo core business. Era il 2013 quando Google fonda infatti il progetto Calico.
L’obiettivo? trovare finalmente il modo per capire come bloccare l’invecchiamento umano, partendo da degli esperimenti con i ratti. Probabilmente non c’è mai stata nella testa dei ricercatori l’obiettivo di sconfiggere la morte, siamo troppo lontani scientificamente da un’ipotesi del genere. Ma bloccare l’invecchiamento per un arco temporale molto lungo, allungare l’aspettativa di vita grazie ad “interventi” genetici è invece una possibilità molto concreta per la comunità scientifica.
Ed è per questo che Google ha deciso di fondare un progetto così avveniristico, e oltretutto, segreto.
Chi ad esempio viene assunto per lavorare per Calico, firma delle liberatorie che gli impediscono di raccontare per tutta la vita tutto ciò che ha fatto, studiato e vissuto all’interno dei laboratori. Google vuole infatti tenere segrete le sue scoperte e presentarle solo quando lo ritiene opportuno.
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