In alcune situazioni, i commercianti costretti a chiudere la loro attività commerciale, hanno diritto a un indennizzo da parte dello stato.
Gli ultimi tre anni per tantissimi commercianti e imprenditori in tutta Italia, sono stati un incubo. Prima è arrivata la pandemia, in grado di scatenare una crisi economica senza precedenti e una paura verso il futuro che l’Occidente sembra quasi aver dimenticato.
Subito dopo, quando finalmente le imprese potevano tornare a respirare, i rincari energetici e sulle materie prime, hanno creato uno scenario che ha finito per dare il colpo di grazia a tantissime attività sul territorio.
E le chiusure purtroppo continuano a susseguirsi, troppi non riescono più a stare dietro a dei costi di gestione, che in alcuni casi sono anche triplicati. Lo stato italiano prevede però, anche se non tutti ne sono a conoscenza, la possibilità per i commercianti di ricevere un indennizzo dopo la chiusura formale dell’azienda.
Un modo per sostenere economicamente gli imprenditori che si trovano ad affrontare una situazione così difficile. Il provvedimento a cui stiamo facendo riferimento è stato inserito nella scorsa legge di bilancio.
Si tratta però di un contributo che è vincolato all’età anagrafica della pensione, in quanto è stato pensato proprio per le situazioni in cui un imprenditore cessa la sua attività in prossimità del raggiungimento della pensione di vecchiaia. In primo luogo il commerciante deve avere almeno 67 anni di età, che diventano 57 se si tratta di una donna.
Il secondo requisito riguarda invece il fatto che, al momento della chiusura, sia iscritto in una cassa previdenziale Inps da almeno cinque anni.
L’indennizzo, che ha lo scopo dunque di aiutare le persone a raggiungere la pensione di vecchiaia nonostante la chiusura della loro impresa, crea un vuoto nel loro percorso previdenziale.
Al momento della richiesta, è in ultimo necessario che il commerciante sia già stato cancellato sia dal registro degli esercenti per il commercio, che quello per le imprese. Questa misura non viene erogata in automatico, ed è invece necessario che l’avente diritto presenti un apposita domanda all’Inps compilando il modulo dedicato alla richiesta. A questa, dovrà inoltre allegare la documentazione che attesta la restituzione della sua licenza e un’autocertificazione del suo stato di famiglia.
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