Un recente esperimento portati avanti dal Fermilab negli Usa, sembra dimostrare l’esistenza di una quinta forza fisica, oltre alle quattro già conosciute.
È ormai da qualche decennio che i fisici di tutto il mondo iniziano a sospettare l’esistenza di una quinta forza della natura oltre alle quattro già conosciute.
Al momento infatti, la fisica prevede l’esistenza di quattro forze fondamentali: elettromagnetica, forza nucleare debole, forte e gravità. Il problema della possibile esistenza di una quinta forza, si pone già da diverso tempo perché ad esempio la gravità non risulta ancora completamente spiegabile dai modelli standard della fisica, a differenza delle altre tre forze.
Anche per giustificare l’esistenza della gravità e comprenderne il funzionamento, c’è bisogna per gli scienziati di tirare in ballo nei loro calcoli anche la materia oscura, che per quanto ne sappiamo costituisce almeno il 27 per cento dell’universo per come lo conosciamo.
Adesso però una serie di esperimenti portati avanti dall’Imperial Colle di Londra sembrano dare ancora più consistenza alla possibile esistenza di una quinta forza in natura.
Come ha dichiarato il ricercatore Mitesh Patel di recente: “Stiamo parlando di una quinta forza perché non possiamo necessariamente spiegare il comportamento [in questi esperimenti] con le quattro che conosciamo”.
Tutto questo entusiasmo è dovuto ad alcuni dati che sono stati ottenuti in seguito ad un esperimento che è stato condotta nel Fermilab, una struttura americana di acceleratore di particelle. Nello specifico, gli studiosi stavano effettuando dei test per osservare come le particelle subatomiche, i muoni, si muovono all’interno di un campo magnetico.
Quello che è stato rilevato nel corso dell’esperimento, è che i muoni tendono a oscillare in modo inspiegabile, seguendo movimenti e traiettorie che non sono previsti dai calcoli matematici dei ricercatori. I risultati portati avanti dal Fermilab dimostrano dunque come in realtà non riusciamo ancora a comprendere il comportamento di queste particelle subatomiche.
I motivi sono stati spiegati da Jon Butterworth dell’University College di Londra, che ha dichiarato come se “le misurazioni non si allineano con la previsione, potrebbe essere un segno che c’è qualche particella sconosciuta che appare nei circuiti – che potrebbe, ad esempio, essere il portatore di una quinta forza”.
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