Le quotazioni del petrolio e del grano continuano a registrare dei rialzi record, e la situazione per l’Ucraina si fa sempre più difficile.
Il prezzo del grano non smette di salire: gli ultimi attacchi nel mar Nero infatti hanno reso la situazione ingestibile, e adesso il rischio è di portare alle estreme conseguenze un fenomeno iniziato con lo scoppio del conflitto in Ucraina.
La nazione infatti era tra le principali esportatrici di grano nel mondo, ed è facile capire come, dopo la decisione di Putin di invadere il territorio ucraino, il suo prezzo abbia iniziato ad oscillare a ritmi vertiginosi.
E insieme al grano, anche il prezzo del petrolio continua a restare molto. A partire da metà aprile infatti, le quotazioni del greggio continuano a toccare livelli record. Ha pesato sicuramente in tal senso l’attacco con i droni di alcune settimane portato avanti dall’esercito ucraino al porto di Novorossiysk, un hub fondamentale per permettere a Mosca di esportare il petrolio.
Ma ad incidere ci sono anche le decisioni prese di recente dalla banca Centrale Americana, la Fed. Gli esperti sostengono infatti che a mantenere il prezzo del petrolio sugli standard degli ultimi, ha contribuito in modo significativo anche la scelta della FED di ridurre gradualmente i tassi di interesse.
La situazione resta comunque molto preoccupante: è di questi giorni la notizia che l’Arabia Saudita ha deciso di tagliare la sua produzione, fino al mese di settembre, di almeno un milione di barili al giorno.
Contestualmente anche la Russia ha annunciato dei tagli sulle esportazioni, a partire dai primi di settembre, di almeno 300 mila barili al giorno. Per quanto riguarda il prezzo del grano, ha pesato tantissimo la decisione della Russia, presa alcune settimane fa, di annullare l’accordo commerciale stretto con l’Occidente per continuare a trasportare i cereali attraverso l’hub del Mar Nero.
Una decisione che, dopo alcuni mesi in cui il prezzo del grano sul mercato era finalmente diminuito, ha portato il costo di questa materia prima a schizzare di nuovo verso l’alto. se lo scenario non cambia, anche l’Ue sarà presto colpita da questi rialzi record, anche se c’è anche da dire che le scorte di grano occidentali ci sono e non si esauriranno nel breve termine, dando così margine al vecchio continente per potersi preparare al meglio.
Per l’Ucraina la situazione in tal senso rischia però di diventare drammatica. Nonostante tutti gli sforzi fatti dal governo fin dall’inizio del conflitto per potenziare i sistemi di trasporto su strada, e trovare dunque alternativa all’hub sul mar Nero, non hanno sortito gli effetti sperati, e la nazione resta tutt’ora legata commercialmente a questo transito.
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