Pensioni, con rivalutazione del 2023 per alcuni l’assegno sarà più basso: chi verrà penalizzato
La nuova rivalutazione 2023 ha introdotto un nuovo meccanismo a fasce che renderà più basso l’assegno per alcuni contribuenti.
Non tutti i contribuenti sono a conoscenza di questo fatto, ma a partire dal gennaio del 2023, l’Istituto di Previdenza Sociale ha deciso di cambiare le regole che riguardano la rivalutazione annuale delle pensioni.
È stato infatti introdotto un nuovo sistema di calcolo che comprende sei nuove fasce, a differenza del precedente sistema in vigore fino allo scorso anno, composto da tre. La rivalutazione degli assegni pensionistici viene fatta ogni anno allo scopo di adeguare gli stipendi all’inflazione e al costo della vita.
Nel 2023 è stato stabilito che tutti gli importi che sono superiori alla cifra di 2.101 euro, si vedranno applicato cinque fasce a tassi di rivalutazione più bassi, che diminuiranno progressivamente a mano a mano che questa cifra sale.
Questo nuovo meccanismo di rivalutazione è stato inserito nella legge di bilancio varata lo scorso anno dal governo Meloni ed è pensato per avvantaggiare chi attualmente prende un assegno di pensione molto basso. Il riferimento è naturalmente sempre il trattamento minimo previdenziale fissato dalla legge.
Con la rivalutazione 2023, l’assegno minimo di pensione sale da 525 euro a 571 euro
Con la rivalutazione avvenuta nell’anno corrente, la cifra minima degli assegni pensionistici è salita da 525 euro a 571 euro. La Definizione dei nuovi aumenti e delle nuove modalità con cui la rivalutazione viene effettuata, è stata chiarificata dall’Istituto di Previdenza con la circolare numero 20 pubblicata il 20 Febbraio 2023, in cui sono contenute tutte le percentuali di aumento a seconda della fascia.
Il nuovo sistema prevede che tutti gli assegni che arrivano fino a quattro volte il valore del trattamento minimo, siano soggetti a una rivalutazione del 100 per cento.
Rivalutazione 2023, il nuovo sistema a sei fasce ha permesso allo stato di risparmiare due miliardi
A partire da questa soglia, quantificata in 2.101 euro, la percentuale va progressivamente a diminuire fino ad arrivare al minimo del 32 per cento, per tutti gli assegni superiori alla cifra di 5.523 euro.
Questo nuovo meccanismo ha permesso alle casse dello stato di risparmiare circa due miliardi di euro, anche se il prezzo da pagare è stato penalizzare economicamente i contribuenti che percepiscono un assegno pensionistico più elevato. Ma non solo, perché secondo e previsioni pubblicata dal Ministero delle Finanze, al suo secondo anno di attività, nel 2024, questo nuovo sistema a sei fasce permetterà di fare risparmiare il doppio, ovvero una somma superiore ai quattro miliardi.