Il problema dell’acqua contaminata è molto più grave adesso che nei decenni scorsi, e potrebbe nei prossimi anni colpire anche le nazioni occidentale.
Ogni giorno in tutto il mondo, oltre due miliardi di persone sono costrette ad utilizzare dell’acqua contaminata. Un problema quasi inconcepibile per molti cittadini occidentali, abituato ad avere sempre e comunque accesso a dell’acqua pulita, nonostante parliamo di un bene privato, disponibile soltanto per chi ne ha disponibilità economica.
L’esempio perfetto non può che essere l’Africa, un continente in cui ogni anno milioni di persone muoiono a causa di malnutrizione ma anche di acqua contaminata che sono costretti a consumare ogni giorno fino ad ammalarsi.
Ma se, come fa notare un rapporto pubblicato recentemente dall’Organizzazione Mondiale della Sanità in collaborazione con l’Unicef, fino agli anni settanta, la crisi idrica sembrava la sfida da affrontare per le zone più povere del mondo, quelle che ancora secondo gli stereotipi occidentali, dovevano civilizzare, oggi il quadro è profondamente diverso. Il rischio di non poter più disporre di acqua pulita, non contaminata, attanaglia infatti anche molte nazioni europee.
Se pensiamo poi ai rincari record sulle materie prime e sulle utenze di luce e gas iniziato lo scorso anno tra Usa ed Europa, non è difficile prevedere come tra qualche anno anche l’accesso all’acqua potabile rischia di diventare un lusso costosissimo per molti.
Difficile comprendere i problemi relativi alla crisi idrica, se non si parte dal fatto che oggi nel mondo, esiste la stessa quantità di acqua di cinquemila anni fa. Non parliamo dunque di un bene che l’uomo ha compromesso, rendendolo sempre più rara. Semmai la privatizzazione e la distribuzione iniqua portata avanti dal mondo occidentale inizia a presentare il suo conto.
Anche perché, nonostante la quantità di acqua sia rimasta la stessa nei millenni, non dobbiamo fare comunque l’errore di pensare che ci troviamo davanti a una risorsa illimitata.
Non è così, anche perché non tutta l’acqua può essere trattato per diventare potabile. Certo, il problema resta sempre e comunque la cattiva gestione che ne fa la politica mondiale. Un problema sollevato di recente anche da un articolo scientifico pubblicato sulla rivista Nature Sustainability, che afferma in modo chiaro ed inequivocabile come nel globo vi sia abbastanza acqua per soddisfare i bisogni di almeno dieci miliardi di persone.
Una stima che fa bene comprendere come, il fatto che miliardi di persone non abbiano accesso all’acqua potabile, e si ammalino consumando quella contaminata, è in primo luogo una scelta politica dei paesi più ricchi, che piuttosto che condividere in modo equo questo bene primario, preferiscono venderlo al miglior offerente.
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