Uno degli ultimi rapporti pubblicati dall’Inps ha rivelato come nel 2023 gli importi delle pensioni sono diminuiti, così come le richieste di liquidazione.
Alcune stime fornite dall’Inps di recente, stanno facendo molto preoccupare i pensionati italiani. Nell’ultimo rapporto pubblicato dall’Istituto di Previdenza Sociale, si evidenzia infatti come si sia registrato, nel primo trimestre dell’anno, un calo per quanto riguarda gli importi dell’assegno pensionistico.
L’osservatorio previdenziali ha infatti messo a confronto gli importi tra il 2022 e il 2023 e il quadro che ne esce fuori non lascia spazio a dubbi: in molti casi l’assegno è diminuito. Se infatti lo scorso anno, l’Inps aveva registrato l’importo mensile medio su una cifra di circa 180 euro, quest’anno invece la stessa è scesa fino a 168 euro.
E non è il solo dato preoccupante contenuto nel report dell’Istituto: l’Inps infatti ha anche evidenziato come vi sia stato nel primo semestre dell’anno, una richiesta di liquidazioni in ambito previdenziale inferiore allo scorso anno.
Nello specifico, se nel 2022 le richieste totali di liquidazioni si erano attestate intorno a 853 mila trattamenti concessi, quest’anno la cifra è scesa in modo impressionante, con sole 370 mila adesioni nel primo semestre.
E se questo trend continua fino alla fine dell’anno corrente, si registreranno circa 100 mila domande di liquidazione in meno. L’Inps nel suo calcolo ha dichiarato di aver contagiato diversi tipi di prestazioni previdenziali: pensione di vecchiaia, assegno sociale, pensione di invalidità e anche quelle riservate ai superstiti.
Insomma, nonostante la rivalutazione annuale delle pensioni al rialzo che viene fatta ogni anno per adeguare gli importi al costo della vita, in tantissimi i casi gli importi medi degli assegni sono diminuiti. Una bruttissima notizia considerato il difficile momento economico che stiamo vivendo.
Tantissimi pensionati che attualmente percepiscono il trattamento minimo, sono stati costretti a trasformare la loro vita in una vera e propria lotta per la sopravvivenza. Gli aumenti record su luce e gas, ma anche sui beni alimentari, rendono ormai impossibile a questa categoria condurre una vita dignitosa con trattamenti previdenziali che vanno sotto i 600 euro al mese.
L’unica speranza in tal senso non può che arrivare dalla riforma delle pensioni promessa dal governo, che dovrebbe essere inserita nella prossima legge di bilancio.
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