Nell’ultimo anno emergono sempre maggiori preoccupazioni sulla quantità di acqua che i data center consumano ogni giorno per permettere alla rete internet di funzionare.
Sono tantissime le persone che ritengono che tra i tanti vantaggi che la rivoluzione tecnologica sta portando con sè, vi sia quello di ridurre in modo sensibile l’inquinamento nel mondo.
Ad esempio, eliminando tutta la documentazione cartacea che esiste al mondo, in modo da porre fine a una pratica che richiede l’abbattimento di tantissimi alberi. In realtà non è proprio così: molti infatti ignorano che tutte le infrastrutture che permettono al world wide web di funzionare, e di essere accessibile a tutti, hanno un costo notevole, non solo economico, ma anche per l’ambiente.
La prima cosa da capire è che tutte le informazioni che troviamo su internet, tutte le schede, i siti, e in ultimo i server, vengono custoditi in dei luoghi chiamati data center. Si tratta di veri e propri magazzini fisici che oltretutto devono sempre restare a determinate temperature, mai troppo caldo, per funzionare e non danneggiarsi.
E questo implica un notevole dispendio di energia, non solo per mantenerli in funziona, ma anche per raffreddare costantemente l’aria che li circonda. Tutte operazioni che richiedono l’utilizzo di quantità molto notevole di acqua, ed è per questo che questi centri vengono costruiti vicino a dei bacini idrici.
Una situazione che però adesso sta facendo infuriare le comunità che vivono in quei luoghi. La siccità dell’ultimo anno ha reso l’acqua un bene ancora più prezioso che in passato, e sono in molti adesso a non tollerare più l’idea che i grandi colossi big tech la consumano in grandi quantità a loro discapito.
Esemplificativa in tal senso, è la protesta che è scoppiata nel 2022 in Olanda, quando un’inchiesta giornalista scoprì che un data center detenuto da Microsoft nella nazione, consumava acqua in quantità superiore a quattro volte quella dichiarata. E infatti già a partire dallo scorso, nel Nord Europa, che oltretutto ha un clima molto più freddo e dunque ideale per i data center, si è stoppata di colpo la costruzione prevista di nuovi centro di raccolta dati, proprio nel timore che il consumo di energia negli anni diventi eccessivo.
Anche perchè è difficilissimo capire quanta acqua consumano ogni giorno i data center. Se infatti il consumo di elettricità di questi impianti può essere rilevato e monitorato con facilità, lo stesso non accade per l’acqua.
La legge infatti non prevede obblighi per le aziende in tal senso, e un sondaggio pubblicato lo scorso anno dalla società di consulenza Uptime Institute ha rilevato come, nei sondaggi fatti, risulta che meno di un’azienda su due dichiara il consumo d’acqua giornaliero dei data center.
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