Pensioni, arriva un nuovo scivolo pensionistico nel 2024? Come funziona Quota 41
Secondo diverse indiscrezioni il governo Meloni sta riflettendo sulla possibilità di estendere Quota 41 a tutti i lavoratori.
Il 2024 dovrebbe essere finalmente l’anno in cui il governo Meloni varerà una vera riforma del nostro sistema previdenziale.
Complice il poco a disposizione dal momento in cui si è insediato, l’esecutivo capitanato dalla leader di Fratelli d’Italia aveva fatto ben poco sul tema della pensioni nella scorsa legge di bilancio, riservandosi di progettare una riforma più organica nell’anno in corso.
E adesso a Palazzo Chigi si valutano le diverse opzioni disponibili per modificare l’intero sistema previdenziale, e la possibile reintroduzione di alcune misure che rendano più equo l’intero sistema.
C’è poi il nodo da risolvere che riguarda Quota 103: non sono previste infatti al momento misure sostitutive, e se non arrivano nei prossimi mesi, a partire dall’inizio del 2024 si tornerà alla vecchia legge Fornero. Quota 103 è uno scivolo pensionistico che consente di poter raggiungere la pensione di vecchiaia nel momento in cui si sono compiuti 62 anni di età con almeno 41 anni di contributi lavorativi versati nelle casse previdenziali.
Come funziona Quota 41
Il governo potrebbe però sostituirla, da quanto trapela da alcune indiscrezioni, con Quota 41, una misura di anticipo pensionistico che non tiene affatto conto dell’età anagrafica del richiedente, e consente invece di ottenere l’assegno di pensione al raggiungimento di 41 anni di contributi.
Certo, come quasi tutti gli altri scivoli pensionistici varati in questi anni, non si tratta di una soluzione così conveniente. Chi aderisce a Quota 41 infatti, fino al raggiungimento dei requisiti ordinari per andare in pensione, vedrà la cifra del suo assegno tagliata di circa il 16 per cento rispetto alla quota che ha realmente maturato negli anni.
I sindacati sono particolarmente favorevoli alla sua introduzione
Ed è proprio questo aspetto che rende l’anticipo particolarmente conveniente per l’Inps, che potrebbe registrare un risparmio inaspettato nel caso in cui vi fossero molte adesioni.
Anche in sindacati sembrano particolarmente favorevoli a questa soluzione, anche perchè Quota 41 in realtà esiste già, solo che riservata ad una cerchia molto ristretta di lavoratori: i precoci e coloro che hanno certificata un’invalidità pari o superiore al 74 per cento e caregivers. L’intenzione del governo sarebbe invece di estendere a tutti questo scivolo pensionistico, che andrebbe così a tutelare tutti coloro che hanno iniziato a lavorare da giovanissimi, ma che con i requisiti attuali, non riescono ad andare in pensione anticipatamente.