Secondo alcune indiscrezioni, il governo meloni sta riflettendo sulla possibilità di eliminare il canone Rai, o di modificarlo profondamente, annullando il tributo per chi non guarda la televisione.
Stiamo per dire addio al canone rai? Non sarebbe certo una novità, considerato che parliamo di uno dei tributi più odiati dai contribuenti italiani. Una tassa che va infatti pagato per il solo possesso, e non dunque l’utilizzo, di un dispositivo audiovisivo in grado di trasmettere le frequenze televisive, e che proprio, è sempre stata considerata una tassa estremamente ingiusta.
Ed è questo il motivo per cui negli anni la politica italiana, ben conscia di questo problema, ha proposto negli anni diverse soluzioni che ne prevedono la sua graduale eliminazione.
Già ai tempi del governo Draghi, il Ministero delle Finanze aveva seriamente valutato questa possibilità, ricevendo anche un’esplicita richiesta di revisione del tributo da parte della Commissione Europea. Un’opportunità unica in quanto vi era, e vi è ancora, la possibilità di sopperire alle mancate entrate generate dal canone rai, con i fondi stanziati all’interno del Pnrr, il Piano di Ripresa e Resilienza varato per far fronte ai danni economici che la pandemia ha causato in tutto il vecchio continente.
E sembra, da alcune indiscrezioni che trapelano da Palazzo Chigi ormai da settimane, che il governo Meloni stia riflettendo seriamente sull’intenzione di riformare il tributo, eliminando il principio secondo cui la tassa va pagato per il solo possesso di un apparecchio audiovisivo in casa.
Al momento vige ancora l’ultima modifica apportata dal governo Renzi nel 2016, che aveva integrato il pagamento del canone Rai direttamente in bolletta, al fine di evitare l’evasione della tassa da parte dei contribuenti.
Un fenomeno che negli ultimi anni, stava diventando sempre più frequente. Anche se, a oltre sei anni di distanza, dati alla mano, quella di Renzi sembra essersi rivelata una strategia fallimentare.
Secondo infatti gli ultimi report forniti dall’Agenzia delle Entrate, l’evasione sul canone Rai è addirittura aumentata in questi anni, passando dai 225 milioni del 2017, a una cifra molto vicina ai 248 milioni del 2020. La norma voluta da Renzi sembra aver dunque sortito l’opposto dell’effetto desiderato, contribuendo inoltre a far arrabbiare ancora di più i cittadini che pagano a malincuore questo tributo.
Forse anche alla luce di queste evidenze, il governo Meloni sembra adesso così decisivo a trovare delle soluzioni, che potrebbero attivarsi già dal 2024, che possano quantomeno modificare l’imposta, facendola pagare solamente a chi utilizza gli apparecchi audiovisivi per guardare il servizio pubblico.
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