La nuova direttiva Omnibus impone ai commercianti maggiore trasparenza negli sconti che applicano sui loro prodotti. Vediamo insieme cosa cambia.
Con l’entrata in vigore della nuova direttiva Omnibus, i consumatori europei hanno un nuovo strumento per non essere più ingannati dalle promozioni convenienti soltanto in apparenza.
Capita fin troppo infatti, che gli sconti che vediamo su un prodotto messo in esposizione, sia esso in un negozio fisico o in un e-commerce, non sono affatto convenienti come si potrebbe pensare.
Quante volte ci è capitato ad esempio di entrare in un negozio ed entusiasmarsi perché un prodotto che ci interessa molto ha il cinquanta per cento di sconto. Spesso finiamo proprio per acquistare quell’articolo, convinti di star risparmiando circa la metà di quello che era il prezzo iniziale.
Ma siamo sicuri sia proprio così? Non sempre, perché tenta volte i commercianti gonfiano volutamente il prezzo di partenza, al fine di far sembra il prezzo scontato irresistibile agli occhi del consumatore. Ecco, si può affermare che la direttiva Omnibus nasce proprio per scoraggiare questa pratica di marketing, prendendo atto del fatto che si tratta di un “trucco” che inganna a tutti gli effetti i consumatori tanto quanto le pubblicità ingannevoli che le autorità pubbliche combattono da anni.
La nuova direttiva Ue impone infatti sia ai negozi fisici che agli e-commerce la massima trasparenza possibile su questa tipologia di sconti e promozioni. Tra l’altro questa direttiva arriva dopo un anno di indagine che la Commissione Europea aveva avviato sugli sconti ai consumatori.
Ma quali sono i nuovi obblighi per i commercianti? A questi viene adesso imposto, con l’entrata in vigore del testo di Omnibus, che gli sconti da applicare sui prodotti devono sempre fare fede al prezzo reale del prodotto in esposizione.
Non gli è insomma più permesso alterare il prezzo in modo indiscriminato, in modo da renderlo fintamente più conveniente nel momento in cui viene scontato. I commercianti sono più, da adesso in poi, obbligati per legge a garantire la reale autenticità delle recensioni di acquisto sui loro prodotti.
Anche in questo caso infatti Bruxelles ha valutato che delle recensioni fittizie, magari commissionate dal commerciante, costituiscono un altro grave tentativo di inganno nei confronti del consumatore.
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