Circolano alcune indiscrezioni secondo cui il governo in ambito previdenziale sta pensando ad un clamoroso ritorno.
La situazione sul futuro delle pensioni nel nostro paese resta per il momento abbastanza confusa.
Nella scorsa legge di bilancio infatti, non era arrivata quella riforma delle pensioni invocata da più parti e promessa anche dalla Meloni in campagna elettorale, ma si era invece deciso di rimandare al prossimo anno una ristrutturazione così importante del nostro sistema previdenziale.
Il governo appena insediato infatti, si era limitato semplicemente a rinnovare ( ma con delle modifiche che depotenziano nei fatti queste misure), soltanto gli scivoli pensionistici considerati indispensabili, come ad esempio Opzione Donna e l’Ape Sociale.
In realtà, con tutte le difficoltà e le perplessità che scontando in ambito europeo, non è nemmeno detto che l’esecutivo guidato da Giorgia Meloni riuscirà a dare il via a una vera riforma della nostra previdenza il prossimo anno, ma potrebbe invece scegliere una strategia simile a quella di quest’anno, rinnovando le uscite anticipate dalla pensione e introducendo forse dei nuovi scivoli per i contribuenti, in attesa di una vera revisione dell’intero sistema.
Una delle indiscrezioni che circolano in queste settimane, è che potremmo assistere alla “rinascita” di una misura che era già stata sperimentata in passato. Stiamo parlando della possibile reintroduzione di Quota 96.
Il suo funzionamento è molto semplice: si tratta di una misura di anticipo pensionistico che consente di poter accedere alla pensione di vecchiaia indipendentemente dal requisito ordinario previsto di età ( fissato al momento a 67 anni). Con Quota 96 diventa infatti possibile presentare richiesta per la pensione nel momento in cui l’età anagrafica maturata, sommata al numero di contributi raggiunge la cifra di 96 nella loro somma.
Una misura già provata in passato, e che testimonia quanto sia difficile la situazione previdenziale italiana, dalla riforma Fornero. Sono tantissimi infatti i contribuenti che ogni anno utilizzano questi scivoli pensionistici, nonostante non sempre siano convenienti economicamente.
La maggior parte di queste misure infatti, comporta una decurtazione sull’assegno che verrà appianata soltanto nel momento in cui il cittadino raggiunge i requisiti ordinari.
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