L’influenza aviaria continua a seminare morte tra gli allevamenti, e molti hanno paura che possa essere l’inizio di una nuova pandemia.
L’influenza aviaria continua a preoccupare l’intero Occidente. E l’ultima nota pubblicata dall’organizzazione Mondiale della Sanità mette in guardia contro il proliferare di questa epidemia, che rispetto anche ad alcuni mesi fa, risulta adesso più pericolosa per gli esseri umani.
Ormai da mesi, l’influenza aviaria sta colpendo tantissimi allevamenti di animali infettandoli e uccidendoli, finendo così per danneggiare in modo irrimediabile l’intero comparto agricolo.
Come ha scritto nella sua nota l’OMS: “Le attuali epidemie di influenza aviaria hanno causato devastazioni nelle popolazioni animali, tra cui pollame, uccelli selvatici e alcuni mammiferi, e danneggiato i mezzi di sussistenza degli agricoltori e il commercio alimentare. Sebbene colpiscano in gran parte gli animali, questi focolai pongono rischi continui per l’uomo”.
Il ceppo H5N1, che è quello da cui nasce l’aviaria, è stato identificato per la prima nel 1996, e tuttora rappresentano l’agente infettivo più pericoloso per gli uccelli. La prima vera epidemia si è manifestata nel 2020 tra Africa, Asia ed Europa, e ha causato il decesso di centinaia di migliaia di uccelli selvatici.
Il virus in questi due anni si è diffuso molto rapidamente, toccando prima il Nord America nel 2021, e in seguito l’Africa. L’infezione secondo gli ultimi dati disponibili, ha causato fino a questo momento la morte di circa 131 milioni di polli. I dati del 2023 mostrano invece come al momento vi siano focolai in quattordici nazioni diverse nel mondo, e anche se la maggior parte di questi si trova in America, l’epidemia purtroppo sta iniziando a diffondersi anche in Europa.
E secondo tanti scienziati l’aviaria si sta diffondendo così velocemente anche a causa degli allevamenti intensivi, considerati in tal senso delle vere e proprie “bombe ad orologeria”, che, per le loro anguste dimensioni, contribuiscono in modo significativo a una rapida diffusione dell’agente patogeno.
Molti poi hanno paura che il proliferare di questa epidemia, possa dare inizio a una nuova pandemia per gli esseri umani. E questo in quanto si tratta di un virus che ha già dimostrato di poter contagiare a determinate condizioni anche gli esseri umani.
Infatti negli ultimi 20 anni, il virus dell’aviaria ha contagiato 865 persone in tutto il mondo, causando la morte di 456 di questi. C’è però da dire che nella maggior parte di questi casi, l’infezione non era mai trasmessa da uomo a uomo, ma attraverso il contatto con il pollame.
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