In Italia il dramma della siccità non si ferma: gli ultimi dati fanno paura, cosa sta succedendo
Il problema della siccità nel nostro paese è sempre più importante, ma secondo Legambiente, la politica non sta ancora facendo abbastanza.
La crisi climatica avanza anche in Italia, e sta per cambiare per sempre i laghi e i fiumi come li conosciamo.
Il fenomeno della siccità inizia a diventare sempre più frequente sul nostro territorio, basti solo pensare al fatto che nell’ultimo biennio, in Italia 21 fiumi e 10 laghi sono rimasti a secco, colpiti dall’assenza prolungata di piogge.
Preoccupa molto in tal senso la siccità che sta colpendo il Po e il Lago di Como, come denunciato più volte negli ultimi anni da Legambiente, che di recente ha anche diffuso dei nuovi dati sulle inondazioni prodotti dall’Osservatorio Città Clima.
Nel report si può leggere come nel primo semestre di quest’anno, ci sono stati già dodici eventi gravi di siccità, contro i ventidue registrati lo scorso anno. Se invece si allarga lo sguardo agli ultimi 13 anni, si nota come le esondazioni fluviali crescono di anno in anno.
Difficile sorprendersi, considerato che quest’anno il nostro paese ha già dovuto affrontare i drammi conseguenti alle esondazioni in Emilia Romagna e nel nord delle Marche.
I danni sul territorio a causa della siccità sono sempre più frequenti negli ultimi anni
La situazione è molto difficile, e l’impressione è che la politica italiana non stia ancora facendo abbastanza.
Sul tema si è espresso di recente anche Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente: “Gli impatti della crisi climatica sono sempre più crescenti ed evidenti sui nostri territori causando ingenti danni all’ambiente, all’economia del Paese, e perdite di vite umane. Con il “Big Jump” vogliamo tornare a ribadire l’urgenza di un cambio di rotta immediato”.
Ciafani: “ Il governo deve approvare il piano nazionale sui cambiamenti climatici”
Ciafani ha anche invocato l’intervento del governo Meloni, finora rimasto a suo parere fin troppo defilato su un tema così importante, alla luce anche di quanto accaduto in Emilia e nelle Marche.
Per il Presidente di Legambiente la strada da seguire è una soltanto, ovvero quella di “partire dall’approvazione del Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici e lo stanziamento delle risorse per attuarlo e l’aggiornamento del PNIEC, che deve essere approvato entro un anno e la cui prima bozza inviata a Bruxelles è decisamente poco ambiziosa.”