Rinunciare al gas russo? Non tutti sono d’accordo in Ue
L’Ue riflette se vietare l’importazione di gas russo entro la fine del 2023, ma non tutti sono d’accordo.
Rinunciare al gas russo per l’Europa è una sfida molto complicata. Al momento infatti, nonostante le scorte di gas sui siti di stoccaggio abbiano già raggiunto il 90 per cento, c’è molta preoccupazione nel vecchio continente per il prossimo inverno.
Nessun nuovo accordo preso in questi mesi sulle nuove forniture di gas, è realmente in grado di sostituire il quantitativo che la Russia per decenni ha destinato all’Europa.
Ma non è una situazione semplice nemmeno per Mosca. La Cina ha fin da subito raddoppiato la richiesta di gas, e dunque Putin è riuscito in piccola parte a non lasciare invenduto il gas europeo, ma la strada in tal senso è ancora lunga.
Non ci sono ancora infrastrutture adeguate che partono da Mosc, e possano garantire un flusso di gas continuo verso l’Oriente. Nel 2022 le nazioni europee hanno importato da Mosca oltre diciotto miliardi di dollari di combustibili fossili, e questo nonostante tutti i divieti e i proclami che abbiamo sentito in questi mesi arrivare dall’Unione Europea.
La Turchia nel 2022 ha acquistato gas dalla Russia per oltre dieci miliardi di dollari
Bisogna però anche tenere in considerazione che la Turchia da sola, ha importato dieci miliardi di fossili russi, mentre le restanti nazioni meno di tre miliardi a testa. Non è abbastanza per Bruxelles, ed è per questo che sembra che adesso, l’idea in seno ai vertici Ue sia quella di vietare totalmente le importazioni di gas russo entro la fine del 2023.
Ma lo stesso Ministro dell’Energia austriaco Walter Boltz, il primo a dare la notizia di questa riflessione sul tavolo Ue, non sarebbe una scelta affatto semplice da intraprendere, con diverse nazioni europee pronte già da adesso a non rispettare questa direttiva.
Gazprom da mesi non pubblica più i dati sulle consegne ai paesi Ue
Al momento oltretutto, non è nemmeno chiaro quali siano le nazioni, oltre la Turchia, che ricevono maggiori flussi, in quanto da mesi Gazprom ha smesso di pubblicare tutti i dati relativi alle consegne di gas nel vecchio continente. C’è poi un’altra variabile da considerare: in questi giorni, Gazprom ha annunciato che potrebbe presto sanzionare l’Ucraina.
Il motivo è dovuto alla scelta della Naftogaz di citare in giudizio la Gazprom davanti alla Corte Internazionale di Parigi, chiedendo danni per oltre cinque miliardi per aver rallentato e poi interrotto i flussi di gas. Una mossa che potrebbe avere conseguenze inattese sia sul mercato finanziario che sul piano geopolitico.