È uscita nelle scorse settimane una nuova ricerca che ha analizzato il modo in cui lo zucchero industriale agisce sul nostro cervello.
Sono ormai dieci anni che la comunità scientifica ci avverte di tutti i pericoli a cui la nostra salute va incontro consumando regolarmente dello zucchero industriale. Gli studi scientifici pubblicati a riguardo non fanno che confermarne la dannosità, e nell’ultimo decennio si è poi posta un’attenzione particolare a come il suo consumo possa influire sul nostro cervello.
Si tratta di un argomento questo particolarmente preoccupante, soprattutto per le giovani generazioni, perché nonostante tutti questi campanelli di allarme, il cibo che troviamo ogni giorno nei supermercati è sempre più trasformato, con sempre più zuccheri al suo interno.
Nelle ultime settimane, è uscita una nuova ricerca scientifica, portata avanti dal Max Planck Institute for Metabolism Research in collaborazione con l’Università di Yale, che si è occupata di capire cosa si attiva nel nostro cervello nel momento in cui consumiamo grassi e zuccheri.
Una delle prime evidenze di questo studio, è che quando mangiamo dello zucchero industriale, il nostro cervello rilascia immediatamente della dopamina.
Ma non solo, perché al contempo si attiva anche una particolare regione del nostro cervello, che è quella deputata alla nostra gratificazione. E questo mostra in modo inequivocabile il modo in cui lo zucchero riesce a generare dipendenza.
Anche perché questo effetto di gratificazione che si instaura subito nel nostro cervello, non è temporaneo come si potrebbe supporre, e non va via nel momento in cui lo zucchero viene smaltito nel nostro corpo. Rimane invece per molto tempo presente nella nostra memoria che continua a richiederlo.
E questa è un’evidenza che mostra come il meccanismo di dipendenza con lo zucchero, si instauri nel nostro corpo fin da subito. Come hanno fatto gli studiosi a giungere a queste conclusioni? Hanno arruolato un gruppo di volontari, per poi dividerli in due gruppi.
Il primo gruppo di controllo ha seguito una dieta per otto giorni a base di zuccheri industriali, mentre al secondo cibi simili, ma con quantità molto minori di grassi e zuccheri. Alla fine di questi otto giorni, in cui i partecipanti sono stati costantemente analizzati, monitorati, in particolar modo per quanto riguarda la loro attività cerebrale, e queste sono le evidenze uscite fuori dall’esperimento.
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