L’assegno unico prevede che il contributo economico mensile che si riceve per ogni figlio a carico, sia vincolato all’Isee.
L’assegno unico e universale è un sussidio introdotto lo scorso anno dalla politica italiana. Un sostegno economico destinato a tutti, e senza dunque che vi siano requisiti reddituali ( se non per quanto riguarda la cifra dell’assegno mensile) per tutti i nuclei familiari con figli a carico.
Per maturare il diritto a percepire l’assegno unico universale, basta infatti che una donna si trovi già al settimo mese di gravidanza.
Si tratta di una misura per andare a sostituire tutte le precedenti agevolazioni che si occupano di aiutare le famiglie con figli. È stato introdotto il 21 Dicembre 2021 con il decreto legislativo numero 230, ed è entrato in vigore per la prima volta nel gennaio del 2022.
L’importo a cui hanno diritto mensilmente le famiglie, viene invece vincolato al reddito dichiarato annualmente. E questo significa che più sarà basso l’Isee presentato dal nucleo familiare, più sarà alta la quota mensile a cui si avrà diritto.
Andiamo adesso a vedere singolarmente quali importi spettano a seconda dell’età dei figli a carico e di altre variabili, come ad esempio la presenza all’interno del nucleo di un soggetto affetto da disabilità. Nel caso di figli minorenni, viene previsto un contributo economico che può andare da un minimo di 54 euro ad un massimo di 189 euro.
Per tutte le dichiarazioni Isee che risultano pari o inferiori a 16.215 euro, spetta l’importo massimo di 189 euro per ciascun figlio minorenne a carico. Mentre la cifra si riduce a 54 euro mensili, per tutti i redditi Isee pari o superiori a 40.105 mila euro.
L’importo si abbassa per i figli maggiorenni, e può andare da un minimo di 27 euro al mese, fino a un massimo di 91,9 euro al mese. Anche in questo caso la cifra massima spetta al nucleo che dichiara un Isee pari o inferiore a 16.215 euro l’anno, mentre quella minima scatta a partire da un Isee di 40.20 euro.
Nel corso di quest’anno inoltre, sono state inserite alcune novità dal governo, che includono in alcuni casi delle maggiorazioni sull’importo. La cifra infatti può aumentare anche in presenza di nuclei familiari con Isee superiore a 40mila euro, nel caso in cui il bambino sia al suo primo anno di vita.
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