Scade il termine ultimo per la richiesta di arretrati dell’assegno unico. L’inps ha comunicato che chi non ha presentato domanda, ha perso questo diritto.
Il mese di luglio è iniziato, e ad alcune modifiche che sono state apportate all’assegno unico sono adesso entrate in vigore e diventate ufficiali.
Questo è dovuto anche al fatto che sono scaduti i termini per presentare domanda per gli arretrati della misura, e questo significa che chi non ha completato questa pratica, non avrà più diritto a ricevere delle integrazioni sull’assegno. L’assegno unico è una misura universalistica di aiuto economico alle famiglie, che può oltretutto essere ottenuto senza tener conto dell’Isee e di altri parametri reddituali.
Ne hanno diritto tutti, anche se in questi casi naturalmente, si percepirà la quota minima. l’Inps ha pubblicato di recente una nota in cui ha spiegato in modo chiaro come, con la scadenza del termine del 30 Giugno, ultimo utile per presentare richiesta per gli arretrati, non diventa più possibile richiederlo.
I cittadini che presentano richiesta a partire dal 1 Luglio, si vedranno riconosciuto questo diritto solo per le mensilità successive. Per fortuna, dalle prime stime che escono fuori, lo stato di questi arretrati a causa del mancato inoltro della domanda, dovrebbe coinvolgere un numero abbastanza limitato di nuclei familiari.
E dunque il contraccolpo economico e sociale non dovrebbe essere troppo duro. L’assegno unico è stato introdotto con il decreto numero 230 del 2022, come misura pensata per supportare le famiglie con i figli a carico.
La domanda una volta presentata vale per tre anni, e dunque chi l’aveva già presentata nel 2022, non ha dovuto rinnovare la richiesta per il 2023 e ha percepito automaticamente il beneficio.
Per quanto riguarda i requisiti è necessario, al momento dell’inoltro della richiesta, essere cittadini italiani e dell’Unione Europa, e nel caso di extracomunitari, essere muniti di regolare permesso di soggiorno. Il richiedente deve inoltre pagare le tasse in Italia, e avere qui sia il domicilio che la residenza.
Non solo perchè, perchè un altro requisito richiesto dallo stato in tal senso, che il soggetto sia già residente nella nazione da almeno due anni. Esiste poi alcuni casi particolari in cui l’importo può subire degli aumenti. Nel caso ad esempio di giovani madri che hanno meno di 21 anni di età, lo stato prevede un importo più alto. Così come per i genitori rimasti vedovi e per i minori che hanno perso uno o entrambi i genitori.
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