A partire dal mese di agosto, il governo di Pechino inizierà a limitare l’esportazione di due metalli fondamentali nella produzione di semiconduttori.
A partire dal mese di agosto, il governo di Pechino introdurrà nella nazioni delle pesanti limitazioni all’esportazione di gallio e germanio. L’annuncio è stato dato dal Ministero del Commercio cinese, e si tratta di una decisione storica, in quanto parliamo di due metalli che al momento sono indispensabili per la produzione dei semiconduttori.
La Cina ha spiegato questa decisione, sottolineando come si tratti di una scelta presa per difendere l’interesse nazionale e il futuro industriale della nazione.
Ma si tratta però anche di limitazioni che aprono un nuovo capitolo nella guerra commerciale con gli Stati Uniti. Bisogna specificare che il governo non ha voluto introdurre un divieto sulle esportazioni di questi due metalli, anche perché questo avrebbe significato danneggiare economicamente in modo importante tante aziende nazionali.
È stato invece avviato un processo graduale che renderà sempre meno semplice esportare questi metalli, in modo da aumentare la produzione mantenendola però interna. D’altronde l’intera sistema tecnologico in cui viviamo, si basa in larga parte proprio sulla produzione di semiconduttori, e tra qualche anno la possibilità di produrre nuovi dispositivi tecnologici di massa, passerà soprattutto dalla quantità di materie prime che si possiedono.
La Cina ha avviato un processo che, nei fatti, dona adesso un valore strategico, di interesse nazionale a questi metalli ancora più alto.
E lo stesso stanno forse facendo gli Stati Uniti, in quanto da giorni circola la voce, riportata anche dal Wall Street Journal, che gli Usa sono intenzionati a vietare l’esportazione in Cina di alcune tipologie di chip fondamentali per lo sviluppo dell’intelligenza artificiale.
I semiconduttori sono fondamentali per continuare a produrre pc e smartphone, e la sensazione è che siamo ormai entrati in una nuova fase storica, in cui la produzione di nuove tecnologie sarà molto più complicata che in passato. Si tratta oltretutto di uno scontro che ha il suo vero epicentro in Asia orientale, in luogo in cui risiedono le due nazioni più importanti nella produzione mondiale di semiconduttori, la Corea del Sud e Taiwan, che da sole rappresentano il quaranta per cento dell’intero mercato.
Il governo di Pechino sembra però adesso intenzionato a colmare questo gap, ad aumentare il numero di aziende che producono semiconduttori nel paese. Di qui la decisione di iniziare a limitare l’esportazione di metalli che saranno fondamentali in questa nuova guerra geopolitica.
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